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Spesa sanitaria: taglio da 2,3 miliardi. Renzi pone la fiducia e il Senato approva. Il rischio? Nuovi ticket regionali

Aula senato
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ROMA – Il Senato approva il decreto enti locali, sul quale il Governo aveva posto la fiducia, con 163 sì, 111 no e nessun astenuto. Comprende anche una manovra sulla sanità, che vale più di 2,3 miliardi l’anno. Le Regioni protestano. Il rischio? Che sui cittadini si abbattano nuove tasse o nuovi ticket. Il provvedimento passa ora alla Camera per l’ok definitivo. L’obiettivo di Renzi è quello di convertire il testo prima della sua scadenza (18 agosto).

DECRETO – Il decreto enti locali era nato per sistemare una serie di partite economiche che interessavano i Comuni (mobilità del personale delle Province e polizia provinciale, allentamento dei vincoli del patto di stabilità interno, 2 miliardi in più per pagare gli arretrati della Pa, 530 milioni di compensazioni Imu-Tasi). Poi al Senato il governo l’ha ‘arricchito’ di altre misure, come le norme sugli incarichi a tempo per far funzionare le agenzie fiscali a nuovi fondi per le città metropolitane di Roma e Torino, a interventi per la valorizzare Pompei.

SANITÀ – Infine la parte che riguarda i tagli alla sanità. In totale tra il 2015 ed il 2017 il governo conta di recuperare oltre 7 miliardi di euro: 2352 milioni sul 2015, 2301 nel 2016 e 2431 nel 2017. La parte più importante di questi risparmi arriverà dalla rinegoziazione dei contratti relativi a beni e servizi per i quali si immagina un taglio del 5% senza peraltro rivedere la durata dei contratti.

MEDICI – La legge interverrà anche sulle prestazioni relative all’assistenza specialistica ambulatoriale (177 milioni l’anno), individuando precise condizioni per la loro erogazione e stabilendo che i medici che non rispetteranno le nuove indicazioni si vedranno decurtato parte dello stipendio. Il risparmio sarà di circa 195 milioni di euro. I tagli alla spesa farmaceutica comportano risparmi per 308 milioni all’anno. E proprio qui potrebbero scattare nuovi ticket a carico dei cittadini per quei medicinali non più coperti dal servizio sanitario nazionale. Non è tutto: intervenendo sui regolamenti ospedalieri se ne recuperano altri 210: 12 i per effetto dell’azzeramento dei ricoveri nelle strutture private con meno di 40 posti letto, 68 dalla riduzione della spesa di personale e 130 in seguito alla riorganizzazione della rete assistenziale.

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