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Firenze dopo il nubifragio: viaggio tra le rovine della Piscina di Bellariva, chiusa fino a Ferragosto (Fotogallery)

Il tratto del Lungarno Aldo Moro davanti alla Piscina di Bellariva
Il tratto del Lungarno Aldo Moro davanti alla Piscina di Bellariva

FIRENZE – Piscina di Bellariva, due giorni dopo il «tornado». È salva per miracolo solo la piscina grande, dopo il violento nubifragio che sabato 1 agosto – in poco più di mezz’ora verso le 19 – ha paralizzato tutta la zona di Firenze Sud. Il resto della Piscina Comunale «Goffredo Nannini», sul lungarno Aldo Moro, è completamente fuori uso. Almeno fino a Ferragosto, secondo le migliori previsioni.

Impraticabile a lungo la piscina piccola a causa del soffitto distrutto dagli alberi caduti per la furia del vento. Il suggestivo parco – mèta storica dei fiorentini che non avevano né tempo né possibilità di andare al mare – è ridotto a un cumulo di tronchi abbattuti, rami spezzati e di rovi. Lo stanno sistemando più in fretta possibile molti volontari: soci, genitori, familiari e amici dei tanti giovani iscritti alla Florentia Nuoto Club, la società che insieme alla Rari Nantes gestisce la piscina.

Davanti all’ingresso, il lungarno Aldo Moro è chiuso al traffico e resta ancora un cumulo di tronchi abbattuti dai Vigili del Fuoco e dalle ditte appaltate dal Comune. Difficile quasi muoversi a piedi.

«Speriamo di poter riaprire al pubblico la piscina grande almeno per il 14 agosto» dice a FirenzePost Luciano Cacciatore, presidente della Florentia Nuoto Club. «Contiamo molto sull’aiuto dei volontari che ci stanno dando una mano. Il loro aiuto in questo momento è fondamentale e ci dà sostegno anche psicologico». «Siamo almeno una ventina che ci stiamo dando il turno tra i soci iscritti, lo facciamo volentieri, tocca anche a noi» confermano Francesco e Daniele due ragazzi al lavoro nel giardino, che hanno temporaneamente abbandonato le corsie di nuoto per correre a risistemare la «loro» piscina

Altre previsioni meglio non farle. Troppo presto. Un cartello per tutti può bastare. Quello posto da sempre all’uscita del complesso: «Arrivederci».

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Sandro Addario

Giornalista

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