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Grecia, sorpresa: Tsipras si dimette e indice le elezioni. Greci alle urne il 20 settembre

Tsipras e Juncker
Tsipras e Juncker

ATENE – Alexis Tsipras conduce la Grecia verso le elezioni anticipate. L’annuncio del premier è atteso nelle prossime ore. Fonti dell’esecutivo hanno confermato che l’opzione del voto di fiducia per il voto di alcuni essenziali provvedimenti in Parlamento è stata quindi messa da parte, e si torna alle urne. Le dimissioni sono un tentativo di placare la rivolta interna al suo partito Syriza, emersa dopo la decisione di firmare un nuovo accordo per il salvataggio del Paese. Le tv greche e i siti d’informazione riportano che la scelta sarebbe quella di andare alle urne già a settembre: il giorno scelto sarebbe il 20 settembre.

Tsipras ha intanto scritto al presidente del Parlamento europeo Martin Schulz, per chiedere che al posto dell’ex Troika («le 3 istituzioni») le istituzioni addette a monitorare i passi di Atene diventino 5. Il premier ellenico, scrive la Bild, vorrebbe che Bce, Fmi e Commissione Ue fossero a questo punto affiancate dall’ESM e dal Parlamento europeo, che «potrà garantire, come unica istituzione europea votata direttamente, che una politica economica e sociale europea sia legittimata democraticamente».

Dunque dopo tante promesse, dopo aver chiamato il popolo al referendum per approvare o meno il diktat europeo, dopo aver accettato in toto le condizioni tedesche e aver svenduto i porti a una società teutonica, dopo aver ridotto il paese in miseria più di prima Tsipras se ne va e lascia la parola al popolo greco. Un popolo esausto, che aveva creduto nel rinnovamento e nell’aria nuova che sembrava voler introdurre il premier con i suoi compagni di Syriza. Una novità che era stata accolta con simpatia da molti ambienti, in primis dalla nostra sinistra e dagli ambienti radical chic europei. Tutti ricordiamo l’esultanza dei vari Vendola, di alcuni esponenti Pd, degli intellettuali di sinistra; e le gite dei nostri politici in Grecia dopo l’indizione del referendum che a larga maggioranza disse no all’accordo imposto dall’Europa. Nonostante questo il sogno greco è naufragato e la politica europea di austerità imposta dalla Germania e dai suoi soci ha riportato Tsipras e il popolo greco alla dura realtà. Si pagano i debiti e si continua nella via dei sacrifici.

Le promesse di gennaio del leader di Syriza, che aveva convinto gli elettori di poter far cessare i sacrifici e di far tornare il paese alla vita normale, sono durate lo spazio di un mattino. Adesso Tsipras esce di scena con una Grecia impoverita e lacerata, e spera che, attraverso le elezioni, il paese acquisisca una maggioranza più stabile che possa condurre con mano ferma la politica di rilancio dell’economia ellenica. Ma con la sua breve stagione s’infrangono i sogni di tutta la sinistra europea volti a imporre un’inversione di tendenza alla deriva di austerità tenacemente sostenuta dai paesi del Nord Europa. E non sarà certo Renzi a raddrizzare la barra della deriva comunitaria.


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Paolo Padoin

Già Prefetto di FirenzeMail

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