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Benzina: il prezzo del petrolio è crollato, ma il costo dei carburanti resta alto. I consumatori protestano e chiedono al governo di ridurre tasse e accise

Stop alle pompe di benzina per lo sciopero dei gestori
Il prezzo alla pompa non cala

ROMA – I Consumatori vanno all’attacco del governo per il mancato adeguamento (al ribasso) dei prezzi in alcuni settori dei trasporti al crollo del costo del petrolio. Lamentano che l’esecutivo non riduca le troppe imposte che gravano sui prodotti petroliferi e criticano la politica delle compagnie. Il greggio negli ultimi mesi è andato a picco, scivolando ben al di sotto della quota di 40 dollari al barile. E’ la prima volta dal 2009. Da sei anni il prezzo dei carburanti è sempre salito. E ora che dovrebbe calare drasticamente si riduce solo di qualche centesimo. La protesta sale.

CONSUMATORI – Nella realtà, denunciano i consumatori, nulla è cambiato: per chi si muove in auto la benzina continua a costare troppo e per chi viaggia in aereo i biglietti aerei continuano a costare più di quanto dovrebbero. Sulla benzina, in particolare, si è venuta a creare un’ “eccessiva tassazione”, tornano a ripetere Adusbef e Federconsumatori, che nei giorni scorsi avevano già denunciato che, proprio per il mancato adeguamento al calo del greggio, sul prezzo della benzina si è determinato un “sovrapprezzo” di 9 centesimi.

TASSAZIONE – Oltre a ridurre quel margine, inoltre, le due associazioni dei consumatori fanno notare che la tassazione è passata dal 60% al 65%, c’e’ quindi un 5% in piu’ che equivarrebbe a 6 centesimi. Per riequilibrare l’eccessiva tassazione, dunque, i presidenti delle due associazioni, Elio Lannutti e Rosario Trefiletti avanzano al Governo due richieste: “da un lato verifiche e controllo dei costi della filiera per evitare eventuali speculazioni e dall’altro una diminuzione quanto meno al 60%, come nel 2014, della tassazione (sull’accise) sul prezzo della benzina”. Riducendo complessivamente il prezzo della benzina di 15 centesimi, sostengono i consumatori, si avrebbe un un risparmio per gli automobilisti di circa 180 euro annui.

AEREI – E il problema si ripete anche per chi si trova a viaggiare in aereo. Nonostante il crollo dei prezzi del barile, nulla e’ cambiato per la ‘Fuel Surcharge’, ossia la sovrattassa per adeguamento carburante applicata dalle compagnie aeree ai passeggeri direttamente sul costo del biglietto.”Si tratta di un balzello a carico dei viaggiatori, che pesa dai 25 euro a biglietto per le tratte brevi fino a 450 euro per i viaggi piu’ lunghi”, denuncia il Codacons, ricordando che secondo la Iata per il 2015 il guadagno extra per le compagnie legato al minor costo del carburante sara’ pari a 4 miliardi di dollari rispetto al 2014.

DENUNCE – “Solo alcune compagnie asiatiche hanno ridotto l’entita’ della sovrattassa, che continua a pesare in modo ingente sul costo finale dei biglietti aerei”, avverte il Codacons, che per questo ha annunciato un esposto a 104 Procure della Repubblica di tutta Italia, all’Antitrust e all’Enac, chiedendo di aprire un’indagine in relazione al mancato adeguamento della tassa alle quotazioni in forte ribasso del petrolio (-63%) e per le ipotesi di intese restrittive della concorrenza.

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