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Fisco, riforma: la Cisl propone la riduzione dell’Irpef e un bonus da 1.000 euro. E l’imposta sulla ricchezza netta

Annamaria Furlan, segretaria Cisl
Annamaria Furlan, segretaria Cisl

ROMA – I sindacati rispondono alle dure critiche del premier, che li ha accusati più volte di disfattismo e immobilismo, avanzando invece al governo concrete proposte di riforma di settori fondamentali. Sono lontani però i tempi in cui le Confederazioni agivano in modo unitario: adesso si va in ordine sparso. Comincia la Cisl, il sindacato meno critico verso l’azione del governo, occupandosi del tema cruciale del fisco:”Dopo sette anni di crisi c’è bisogno di risposte certe, immediate e concrete”. Da questa promessa parte la proposta di legge di iniziativa popolare presentata dalla Cisl “Per un fisco più equo e giusto”, con l’obiettivo di realizzare “una grande operazione redistributiva di ricchezza e di reddito a favore delle aree sociali medio – basse” per correggere le diseguaglianze esistenti. Queste le proposte: riduzione dell’Irpef e bonus di 1.000 euro;introduzione del nuovo assegno familiare; modifiche alla fiscalità locale e alla tassazione sugli immobili; introduzione di un’imposta sulla ricchezza netta; rafforzamento della lotta all’evasione fiscale. Ecco il dettaglio voce per voce:

Riduzione dell’Irpef: introdurre un bonus annuo di 1.000 euro per tutti i contribuenti, a prescindere dalla tipologia del reddito posseduto, con un reddito (individuale) inferiore o uguale a 40 mila euro. Per valori superiori, il bonus si riduce progressivamente, fino ad azzerarsi, a 50 mila euro. Diversamente dal bonus di 80 euro attualmente in vigore, questo sarebbe del tutto indipendente dall’ammontare dell’imposta netta e quindi immune dal fenomeno dell’incapienza. Non si tiene conto delle caratteristiche familiari (figli e altre persone a carico), ma il meccanismo potrebbe essere modificato in questa direzione nel caso si volessero agevolare maggiormente le famiglie numerose e quelle monoreddito. La Cisl ipotizza che nei 1.000 euro confluisca il “bonus di 80 euro” (960 euro anno) di cui godono poco meno di 10 milioni di persone. I beneficiari del bonus proposto dal sindacato sarebbero 38,6 milioni (94% del totale dei contribuenti); la categoria che in termini di numero di beneficiari sul totale avrebbe il maggior vantaggio, e’ quella dei pensionati (14,4 mln di interessati), e a seguire dei lavoratori dipendenti (17,8 mln). Il sistema proposto richiede un finanziamento di 37,8 miliardi (29,3 miliardi di costo netto e 8,5 miliardi di minor gettito). La Cisl propone inoltre di realizzare l’equiparazione della no tax area per i pensionati al livello di quella dei lavoratori dipendenti.

Naf, Nuovo Assegno Familiare: introdurre un nuovostrumento di intervento che superi, accorpandoli, gli attuali assegni familiari e le detrazioni per figli e coniuge a carico,attraverso un assegno commisurato al reddito e ai carichifamiliari. Il Naf – secondo la Cisl – equipara il trattamento fiscale dei figli a carico tra le famiglie monoreddito e bireddito; consente di modulare il beneficio in maniera piu’specifica a favore delle famiglie con redditi medio bassi,
poiche’ il supporto economico decresce al crescere del reddito; prevede anche un cospicuo sostegno aggiuntivo per le famiglie che presentano componenti in particolare difficoltà, ad esempio portatori di handicap e non autosufficienti.

Fiscalità locale: recuperare il Decreto legislativo attuativo del federalismo regionale che prevedeva la riduzione delle aliquote dell’Irpef statale in caso di aumento dell’aliquota di base dell’addizionale regionale. In attesa della ridefinizione della fiscalità locale, evitare l’aumento delle addizionali regionali e locali dell’Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche. Rimodulare la tassazione sugli immobili, rendendola più progressiva sulle abitazioni diverse da quella principale, (in relazione al valore catastale, al loro utilizzo e al numero delle abitazioni complessivamente possedute da
ciascun nucleo familiare), prevedendo in ogni caso l’esenzione della abitazione principale da ogni forma di imposizione sulla proprietà o sul possesso.

Imposta sulla ricchezza netta: introdurre un’imposta progressiva sulla ricchezza netta, prendendo a riferimento quella di ciascun nucleo familiare ed escludendo dal computo la prima casa di abitazione e dei titoli di Stato, solo sugli imponibili eccedenti la somma di 500.000 euro (escludendo prima casa di abitazione e Titoli di Stato) per ciascuna famiglia.

Lotta all’evasione fiscale: ridurre la forbice fra evasione accertata e evasione effettivamente recuperata, anche attraverso una riforma del processo tributario e rendendo più efficaci i meccanismi di recupero e riscossione; concentrare le risorse umane e organizzative sui grandi evasori; introdurre meccanismi che favoriscano l’emersione del reale fatturato o giro d’affari dei contribuenti interessati anche mediante il contrasto di interessi. Destinare tutte le risorse accertate e recuperate con la lotta all’evasione fiscale alla riduzione del carico fiscale che grava sui contribuenti. Introdurre meccanismi di contrasto di interessi fra venditori e compratori che possano contribuire a far emergere l’enorme capacità economica oggi sottratta all’erario, concedendo ai contribuenti deduzioni o detrazioni prioritariamente sulle spese più sensibili sul piano sociale e, a turno, sulle spese relative ai beni e ai servizi a maggiore rischio di evasione, individuando temporaneamente i settori interessati, in modo da far emergere il reale giro d’affari delle diverse categorie coinvolte, e adeguare i parametri degli studi di settore.

Vedremo quale attenzione verrà riservata da Renzi, Padoan e dai loro esperti a quest’iniziativa e attendiamo la reazione degli altri sindacati, che saranno adesso invogliati a fare proposte che ritengono migliorative.

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