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Pensioni: niente modifiche (nè tagli) nella legge di stabilità 2016. Tutto rinviato di un anno

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ROMA – C’era grande attesa per l’inserimento della riforma delle pensioni nella Legge di Stabilità 2016 ma l’ultimo annuncio del governo fa capire che bisognerà attendere ancora: il tempo stringe e il nodo della copertura economica per garantire maggiore flessibilità in uscita non è stato ancora sciolto quindi per il momento nulla di fatto. Il governo abbandona la riforma delle pensioni? Solo in parte: che qualcosa bisognerà fare, viste le pressioni e le promesse, è evidente ma i tempi si allungano. La conferma dallo stesso Matteo Renzi a Porta a Porta: sulle pensioni “le decisioni si annunciano solo quando siamo sicuri di farle. Oggettivamente – ha detto – dobbiamo trovare un meccanismo per cui chi vuole andare un po’ prima rinunciando a un po’ di soldi possa farlo. Il problema è quanto prima e quanti soldi. Spero che nelle prossime settimane o mesi si possa arrivare a una decisione ma per lo stato l’intervento deve essere a somma zero”.

La riforma delle pensioni non arriverà quindi prima del prossimo anno perché, come noto, la manovra per la Legge di Stabilità va presentata entro il 15 ottobre. Resta da capire che cosa succederà ad alcune categorie, per esempio i giornalisti, per i quali la cassa previdenziale autonoma (INPGI) ha già stabilito una riforma e una stangata per tutti gli assegni pensionistici già dai prossimi mesi. La manovra dell’istituto di previdenza dei giornalisti è sottoposta in questi giorni al vaglio dei ministeri vigilanti i quali, oltre alla possibile incostituzionalità del provvedimento, potrebbero fermarlo anche perché risulterebbe come un azzardato passo avanti rispetto all’Inps.

PALAZZO CHIGI – Da Palazzo Chigi il messaggio è chiaro e non lascia spazio a false speranze: “non ci sono le coperture. Dovremmo aprire un negoziato con la Commissione di Bruxelles ma quello lo faremo per strappare più flessibilità sui parametri legati agli investimenti, non per la spesa pensionistica”. Con queste dichiarazioni trovano conferma i sospetti di chi aveva fatto notare che negli ultimi giorni, in riferimento alla Legge di Stabilità 2016, il premier Matteo Renzi e il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan avevano parlato di tagli sulle tasse sulla prima casa, di incentivi alle imprese e per le assunzioni e di altre misure ma mai di riforma delle pensioni.

PROTESTE – Le voci sul rinvio al prossimo anno della riforma pensioni hanno sollevato un polverone di polemiche. I sindacati e Cesare Damiano (Pd) protestano per il rinvio, che lascia insolute importanti questioni. Proprio ora che i lavoratori prossimi alla pensione attendevano misure per una maggiore flessibilità in uscita, arriva il dietrofront come una doccia fredda. In particolare restano in sospeso questioni cruciali come opzione donna, esodati, precoci e quindicenni. La riforma pensioni ci sarà ma resta da capire quando e soprattutto con quali coperture: il costo sarà a carico dei pensionati, sottoforma di penalizzazioni sugli assegni, oppure dello Stato? In merito Renzi ha anticipato che lo Stato non verserà un euro.

FORNERO – Entro il 2021 la legge Fornero permetterà un risparmio di spesa di quasi 80 miliardi di euro, anche se circa 12 se ne sono già andati per fronteggiare l’emergenza dei lavoratori cosiddetti esodati, finiti per effetto di accordi sindacali fuori dalle aziende e rimasti, con l’aumento dell’età pensionabile, anche senza l’assegno pensionistico. Mantenere inalterata la riforma Fornero mentre ci si appresta ad aprire una trattativa non facile con Bruxelles per strappare margini di flessibilità nel rispetto dei parametri, significa per il governo presentarsi con il profilo del negoziatore affidabile. Soprattutto per questo, almeno per un certo periodo, i pensionati non dovrebbero avere sorprese. Nemmeno dal trio Renzi-Padoan-Boeri.


Paolo Padoin

Già Prefetto di FirenzeMail

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