Immigrazione: l’affitto di locali privati ai migranti è competenza della prefettura. La Regione può collaborare
FIRENZE – Il Governatore della Toscana, Enrico Rossi, si è dato molto da fare in tema di immigrazione, tanto che la Toscana è portata ad esempio a livello nazionale. Il modello dell’accoglienza a piccoli gruppi regge ancora alla prova dell’invasione dei profughi. Ma occorre sempre affinare i sistemi di redistribuzione sul territorio, e quando le strutture pubbliche non bastano più si ricorre a strutture ‘affittate’ dai privati.
ROSSI – Anche in questo il Governatore si è dimostrato generoso, dichiarando di volersi far carico della macchina organizzativa, ma forse ignorando che Curia arcivescovile e Prefettura già coordinano le operazioni d’accoglienza. Comunque, con l’intento di aiutare, Rossi ha istituito un numero verde alla presidenza della Regione al quale i privati si possono rivolgere. Finora sembra che le offerte siano state una ventina. La prefettura di Firenze ha confermato che anche alle prefetture sono pervenute poche proposte dai privati.
PREFETTURA – Ma non si tratta di una questione semplice e la buona volontà del Governatore rischia di essere frenata: la competenza in materia è infatti delle Prefetture, che hanno a disposizione le somme necessarie (35 euro al giorno) da destinare a questo tipo di inserimento dei migranti. Infatti gli uffici del governo, anche in Toscana, ricevono già al loro numero telefonico (non verde) le offerte dei privati, ma poi devono seguire tutta una procedura particolare per la conclusione del contratto di affitto, che viene sottoscritto dalla cooperativa o dall’associazione che costituisce intermediario obbligatorio con i privati. Vediamo quali sono i passaggi necessari, illustrati puntualmente da qualche prefettura tramite gli organi di stampa.
SOPRALLUOGO – Ricevuta l’offerta direttamente dal privato o tramite associazioni, come prima cosa viene effettuato un sopralluogo da parte di una delle cooperative individuate dalla Prefettura. Poi il privato deve fare un’offerta d’affitto, esattamente come avviene nel libero mercato. Se si trova un accordo si passa alla firma del contratto, che viene stipulato tra il privato e la cooperativa. In quanto affittuario quest’ultima si fa carico di tutti i doveri previsti dalla legge.
COOPERATIVE – Alla cooperativa infine va il compito di stabilire quante persone inserire nell’alloggio secondo la normativa nazionale: camere singole di 9 metri quadrati minimo, doppie di almeno 14 e fino ad un massimo di 8 persone in alloggi con un bagno, 12 in quelli con due bagni. La somma di 35 euro al giorno non viene versata tutta al privato, in questa cifra sono compresi una serie di servizi forniti dalle cooperative che vanno dall’assicurazione, al costo degli operatori, alla tutela legale e sanitaria. Comunque una parte consistente di questa cifra è destinata al costo dell’alloggio e per il proprietario di un immobile vuoto potrebbe essere un buon affare. Per ora questo particolare mercato non si è mosso. Molte sono ancora le perplessità dei proprietari, ma l’attivismo delle istituzioni potrebbe sollecitare anche questa modalità di accoglienza.
Ulteriori notizie, dopo l’accordo del Governo, su questo sito
Paolo Padoin
In Toscana è stato poi approvato un protocollo fra la Regione e il Governo, attraverso le prefetture, che disciplina le offerte di affitto dei privati. il dettaglio può leggerlo a questo indirizzo web: http://www.regione.toscana.it/-/accoglienza-migranti
anna
le utenze a chi vanno intestate? se ci sono contestazioni condominiali chi risponde il prefetto o il proprietario? ci cono dei vincoli di tempo? se la casa la lasciano disastrata chi paga? a quanto si affitta un appartamento di 3 locali + 2 servizi?