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Immigrazione: altre migliaia di arrivi in Toscana nel piano del Viminale

Il Viminale, sede del ministero dell'Interno
Il Viminale, sede del ministero dell’Interno

L’Italia e la Toscana si attrezzano per accogliere altre migliaia di profughi. In attesa che venga approvato il sistema messo a punto dalla commissione europea guidata da Jean Claude Juncker, il Viminale rende operativo il piano per l’assistenza di 20 mila migranti deciso a fine agosto. E invia gli stranieri in quelle Regioni che finora non hanno rispettato le quote assegnate, in testa Campania, Lombardia e Veneto. La Toscana ha già fatto molto, ma dovrà assorbire ancora 2.009 persone.

DIVISIONE – La divisione tiene conto che, qualora venisse avviata davvero la distribuzione negli altri Stati, come intenzione dell’U.E., i trasferimenti dovrebbero essere comunque effettuati nel corso di due anni e riguarderebbero soltanto eritrei e siriani. Quelli cioè che vengono considerati profughi veri e propri, quelli, soprattutto i siriani, che vuole accogliere frau Merkel (addirittura 500.000 l’anno) perché costituiscono mano d’opera specializzata a basso costo, utile all’industria tedesca. Anche il Presidente Usa, Barack Obama, si è sprecato offrendosi di dare ospitalità a 10.000 siriani. Al resto dell’Europa, e in particolare all’Italia, viene lasciato il popolo dei barconi. Fino al 31 agosto scorso sulle coste italiane erano sbarcati 30.493 eritrei e 6.546 siriani. Gli altri provengono da Nigeria (14.489), Somalia (8.747), Sudan (6.091), Gambia (5.422), Senegal (4.019), Mali (4.004) e Ghana (3.062) ed è proprio di loro che il Viminale si sta preoccupando.

QUOTE – Le cifre indicate nella circolare diramata dal Ministero, che indica in 20.000 i nuovi posti necessari, tengono conto della distribuzione di 10mila persone che sono attualmente già sul nostro territorio e di altre 10.000 che si prevedono in arrivo nei prossimi mesi. La ripartizione territoriale tiene conto del numero di abitanti e del reddito procapite per ciascuna regione. Il piano considera chi è approdato, ma serve soprattutto a scongiurare emergenze in caso di flussi elevati e improvvisi, esattamente come accaduto tra luglio e agosto. Nel corso delle riunioni e dei contatti degli ultimi giorni con i prefetti il Viminale ha deciso di privilegiare alberghi, residence e campeggi che al termine della stagione estiva potrebbero rendersi disponibili ad accogliere i profughi. E i prefetti, regione per regione (anche in Toscana il prefetto di Firenze Alessio Giuffrida tiene periodiche riunioni con i colleghi) stabiliscono le quote da distribuire nelle varie province e nei vari comuni.

REGIONI – Dunque le regioni che finora hanno accolto di meno dovranno farsi carico di un numero maggiore di migranti. Al primo posto c’è la Campania, ne ospita già 7.604 ma deve accoglierne ancora 3.662. Seguono la Lombardia (12.385 – 3.421), il Veneto (6.537 – 2075), la Toscana (6.093 – 2009), il Piemonte (6.873 – 1781), l’Emilia e Romagna (5.816 – 1.636). Alfano intervenendo in una trasmissione televisiva ha spiegato che se ognuno degli ottomila comuni italiani decidesse di ospitare due migranti per ogni mille abitanti «ne potremmo assorbire 120.000 senza creare un impatto sociale intollerabile».

PROFUGHI – Giusto, signor ministro, ma per esperienza personale (qualche anno di prefetto l’ho fatto e ho gestito l’emergenza immigrazione a Padova, Torino e Firenze, non proprio città di secondo piano) i rifugiati, spalleggiati dalle cooperative che li assistono, alcune delle quali fanno capo a centri sociali, pretendono non solo di rimanere in gruppi etnici e familiari uniti, ma anche di non essere collocati nelle periferie delle città o in paesini sperduti. E questo rende molto più complicato il compito di chi deve organizzare la ripartizione e l’accoglienza.

TOSCANA – In Toscana – sembra un paradosso – c’è anche troppo entusiasmo e partecipazione per organizzare l’assistenza e l’inclusione: il Governatore Enrico Rossi è da sempre in prima linea (fin dal 2011) per collaborare pienamente con le altre istituzioni e talvolta il suo entusiasmo lo porta, come è avvenuto recentemente, a precorrere i tempi e a varare iniziative nobili, ma intempestive. Comunque la nostra Regione resta un modello di quell’accoglienza per piccoli gruppi, che ha funzionato e che vorremmo continuare a far funzionare. Dobbiamo inserire nel nostro territorio altri 2.009 profughi, oltre ai 6.993 che già ospitiamo, arrivando a una cifra prossima ai 10.000.

Con la buona volontà e la partecipazione di tutti possiamo far fronte anche a quest’ulteriore tornata, ma è bene rendersi conto che l’accoglienza non può essere infinita. In Italia e in Toscana ospitiamo già molti stranieri che non posseggono o non possono conseguire il riconoscimento della qualifica di profugo. Pur rimanendo, come giusto, aperti e solidali, cominciamo anche noi ad attuare i rimpatri come fanno gli altri paesi: non possiamo trasferire in Italia, e in Toscana, tutta l’Africa e il Medio Oriente.


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Paolo Padoin

Già Prefetto di FirenzeMail

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