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Economia: l’Ocse rivede al ribasso le stime per l’Italia nel 2016

Comunicazioni dell'Ocse
Comunicazioni dell’Ocse

PARIGI – L’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE)ha ritoccato al rialzo le previsioni di crescita di Italia e area euro sul 2015, ma ha ridotto quelle sul 2016 mentre a riflesso degli indebolimento di diverse grandi economie emergenti ha tagliato le stime sulla crescita globale su entrambi gli anni. Ora sul 2015 l’ente parigino prevede una espansione de Pil italiano pari al più 0,7 per cento, 0,1 punti in più rispetto a quanto indicato nell’ultima edizione del suo Economic Outloook. Si tratta comunque di stime divergenti da quelle del nostro Governo che spera di arrivare, nel 2015, a +0,9. In un aggiornamento di interim l’Organizzazione invece pronostica una crescita dell’1,3 per cento sul 216, in questo caso 0,2 punti in meno rispetto alle precedenti stime. Ora vedremo che cosa replicherà il ministro Pier Carlo Padoan.

Nel suo Interim Global Economic Assessment l’Ocse afferma che il ritmo della crescita in alcune economie avanzate, in particolare nell’Eurozona, “è deludente, alla luce dei fattori favorevoli. La crescita nell’area euro sta migliorando nel suo complesso ma la ripresa resta meno avanzata che negli Usa”, si legge nel documento, “la disoccupazione rimane elevata e le pressioni sui prezzi sono basse; l’aumento nei tassi di crescita dell’Eurozona (soprattutto la crescita inaspettatamente forte in alcuni dei Paesi più colpiti della crisi) è incoraggiante ma minore di quello che avrebbe potuto essere con i venti favorevoli dei prezzi del petrolio più bassi, di un euro più debole e di tassi di interesse più bassi nel breve periodo”. Infatti, secondo le simulazioni dell’Ocse, la crescita dell’Eurozona è inferiore di un punto percentuale a quello che era prevedibile sulla base di questi fattori favorevoli. Quanto agli Usa, prosegue l’Ocse, “la crescita rimane solida e l’espansione dei consumi continua a essere sostenuta da robusti incrementi dell’occupazione e una disoccupazione in calo” sebbene si ravvisino vulnerabilità nella crescita degli investimenti delle aziende “ancora al di sotto di un normale ritmo di ripresa”, nel mercato immobiliare e nella debole inflazione.

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