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Approvata alla Camera la delega per il nuovo processo penale. Anche in tema d’intercettazioni

Aula di Tribunale
Aula di Tribunale

La Camera ha approvato (con 314 sì, 129 no e 51 astensioni) la riforma del processo penale, che deve però tornare al Senato per la lettura definitiva. Il provvedimento ha fatto discutere per la questione del cosiddetto ‘bavaglio alle intercettazioni’, ma in realtà non riguarda soltanto questo. Si prevede l’estinzione del reato quando l’imputato ripara interamente in danno, formula valida però solo per i reati a querela, l’ampliamento dei diritti della parte offesa, che avrà diritto di conoscere lo stato di un procedimento sei mesi dopo la sua denuncia. Crescono le pene per furto in abitazione (sarà da 3 a 6 anni), per furto aggravato (da 2 a 6 anni), rapina (da 4 a 10 anni). Così come le pene per il voto di scambio politico-mafioso, che dagli attuali 4-10 anni passerà a 6-12.

INTERCETTAZIONI – Quanto alle intercettazioni, la pietra dello scandalo che ha scatenato la reazione veemente dei grillini che si sono imbavagliati per protesta, in realtà il provvedimento stabilisce solo una delega al governo. Sono indicati alcuni principi, ma i contenuti specifici verranno precisati in seguito. Unica certezza, è caduta l’ipotesi di una udienza di «selezione» per discernere tra intercettazioni penalmente rilevanti e non.

RIPRESE – Le registrazioni o le riprese effettuate in maniera fraudolenta potranno essere utilizzate dal cronista, purché ciò serva ad esercitare il diritto di cronaca. In base al nuovo testo della delega sarà invece punibile con la reclusione fino a quattro anni, «la diffusione, al solo fine di recare danno alla reputazione o all’immagine altrui, di riprese audiovisive o registrazioni di conversazioni, anche telefoniche, svolte in sua presenza ed effettuate fraudolentemente». La punibilità sarà invece esclusa «quando le registrazioni o le riprese sono utilizzate nell’ambito di un procedimento amministrativo o giudiziario o per l’esercizio del diritto di difesa o del diritto di cronaca».

ANM – Assolutamente negativo il giudizio dell’Associazione Nazionale Magistrati: « molto deludente», il giudizio del presidente dell’Anm, Rodolfo Sabelli, che parla di un intervento «disorganico» e «senza coerenza». «Ci sono molte ombre accanto a qualche luce. E chi si attende effetti risolutivi sui tempi della giustizia penale avrà una grossa delusione». Ma si sa che i magistrati sono da sempre contrari a qualsiasi riforma che li costringa a accelerare i tempi della loro azione e diminuisca le loro prerogative.


Paolo Padoin

Già Prefetto di FirenzeMail

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