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Un gruppo di migranti

Immigrazione: al via la seconda fase di Eunavfor Med. Le navi potranno identificare gli scafisti e distruggere i barconi

Un'imbarcazione carica di migranti
Un’imbarcazione carica di migranti

ROMA – Inizia ufficialmente oggi 7 ottobre la seconda fase della missione europea Eunavfor Med, per il contrasto ai
trafficanti di esseri umani nel Mediterraneo. Sei navi sono già in mare aperto, in acque internazionali, davanti alla costa
libica: una portaerei italiana, tre fregate (francese, britannica e spagnola) e due navi tedesche. Almeno altre tre navi fornite da Belgio, Regno unito e Slovenia dovrebbero raggiungere l’area entro la fine di ottobre, completando lo schieramento, che include anche quattro aerei almeno 1.300 persone.

INFORMAZIONI – Finora la missione, guidata dall’ammiraglio italiano Enrico Credendino, ha svolto operazioni di raccolta di informazioni d’intelligence, attraverso satelliti, droni, intercettazioni elettroniche, in preparazione alle fasi successive dell’intervento. Parallelamente, i Paesi europei interessati hanno proceduto al salvataggio dei migranti in mare con regole d’ingaggio simili alla missione italiana Mare Nostrum. La seconda fase dell’operazione Eunavfor Med è stata approvata il 14 settembre scorso dall’Ue con l’obiettivo di identificare i barconi e distruggere i mezzi dei trafficanti nelle acque internazionali del Mediterraneo. Il via libera consente alla missione navale Ue di effettuare abbordaggi, perquisizioni, sequestri e dirottamenti di navi sospettate di essere impiegate per il traffico di esseri umani, nel quadro del diritto internazionale applicabile, inclusa la Convenzione delle Nazioni unite sul diritto del mare (Unclos).

MIGRANTI – Nel caso in cui dovessero trovarsi migranti a bordo, saranno salvati e trasportati in Italia, dove verranno eventualmente esaminate le loro richieste di asilo. A loro volta, i barconi saranno distrutti o resi inutilizzabili. Il personale a bordo delle navi da guerra europee, allo stesso tempo, può procedere ad arresti di “passatori” e “trafficanti”, ma a condizione di non entrare in acque territoriali libiche.

TERZA FASE – Prevede un intervento diretto delle forze internazionali in Libia ed è’ la più delicata e complessa. Non ha ancora ricevuto il semaforo verde dell’Unione perché necessita di due condizioni imprescindibili: la formazione di un governo di unità nazionale in Libia e la richiesta da parte di quest’ultimo di un intervento dell’Onu, che deve autorizzare la missione attraverso una risoluzione del Consiglio di sicurezza. L’accordo tra le fazioni libiche per un governo unitario sembra ormai ad un passo. L’inviato Onu Bernardino Leon spera che l’intesa tra le autorità di Tripoli e di Tobruk possa essere definitivamente raggiunta entro il prossimo 20 ottobre, data di scadenza del mandato del parlamento di Tobruk, riconosciuto dalla comunità internazionale,
consentendo la formazione di un governo di unità nazionale libico.


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Paolo Padoin

Già Prefetto di FirenzeMail

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