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L’Isola del Giglio festeggia la Micoperi: l’ha liberata dalla Concordia

La Micoperi 30 sta ripulendo i fondali del Giglio
La Micoperi 30 sta ripulendo i fondali del Giglio (Foto Zanini Micoperi)

Dopo l’emergenza, arriva la stima, l’amicizia e quindi la solidarietà. È il filo conduttore che unisce ormai da quasi quattro anni la popolazione dell’Isola del Giglio e la Micoperi spa, l’azienda di Ravenna che è riuscita nell’«impresa impossibile» di risollevare il relitto della Nave Concordia liberando le coste dell’isola toscana da una condanna ambientale senza appello. Oggi Micoperi è ancora presente al Giglio impegnata nelle operazioni di ripulitura dei fondali dove per oltre due anni, dal gennaio 2012 al luglio 2014, è rimasta incagliata la Concordia.

ECCELLENZA – Un lavoro impegnativo, dove ancora una volta il lavoro italiano dimostra la sua eccellenza e la sua capacità. Mancano pochi mesi (al massimo entro la primavera 2016) e della tragedia della Concordia non resterà nulla in fondo al mare. Tolte tutte le piattaforme che erano state collocate per costruire un «falso» fondale dove appoggiare la nave, una volta raddrizzata sul suo fianco, è ora la volta dei cosiddetti «anchor block», basamenti subacquei di ferro e cemento dove erano fissate le torri dove erano fissati i cavi che sono serviti a rimettere a galla il relitto.

NAVE CANTIERE – Si lavora giorno e notte sulla Micoperi 30, la nave «cantiere» della flotta ravennate ferma quasi sul punto dove era incagliata la Concordia. Tecnici e maestranze (un centinaio in tutto) sono in parte gli stessi che hanno partecipato alla prima fase dell’operazione, quella del recupero del relitto. La dedizione e la professionalità non cambiano. «Il nostro è un lavoro dove è indispensabile anche la passione» commenta il comandante Mario Iarlori, mentre sta dirigendo le operazioni di recupero di «materassi» di cemento che erano stati posti anch’essi sotto la Concordia per evitare che il relitto scivolasse irreparabilmente a profondità irraggiungibili. Alla fine saranno oltre 30 mila le tonnellate di materiale che verranno recuperate dal fondo del mare. Poi si passerà alla ripulitura definitiva, in parte già avviata. Ci sarà una sorta di «aspirapolvere» che tirerà su tutto quello che sarà rimasto: polvere, cemento, detriti di piccole dimensioni. Poi sarà detta davvero la parola fine.

SOLIDARIETÀ – Ma non per questo Micoperi e Isola del Giglio si diranno addio. È il momento della solidarietà. Nei progetti del «dopo Concordia» da parte dell’amministratore delegato Silvio Bartolotti c’è un programma di aiuti alla comunità gigliese nel campo della scuola, pienamente condiviso dal sindaco Sergio Ortelli.

SCUOLA – «Vogliamo poter contribuire a realizzare anche al Giglio – dice Bartolotti convinto assertore della formazione dei giovani – un percorso scolastico che veda riuniti in un’unica struttura i bambini della materna con gli alunni delle primarie e delle secondarie almeno fino a 16 anni. Un esperimento già portato avanti con successo all’ Istituto San Vincenzo De’ Paoli di Ravenna, dove tra l’altro ai bambini piccoli si insegnano lingue straniere». «Raggiungere questo obiettivo – dice il sindaco Ortelli – sarebbe fondamentale per tutta la comunità gigliese, costretta spesso a lasciare l’isola quando i figli arrivano a 14 anni, perché qui non c’è una scuola superiore. Le distanze con la terraferma sono troppo lontane per poter andare a scuola ogni giorno e tornare indietro la sera. È lo stesso problema che hanno le comunità montane, che in inverno restano isolate dalla neve. Ma la neve si può spalare, il mare no».

VIDEO: SINDACO ORTELLI E L’AMMINISTRATORE DI MICOPERI BARTOLOTTI

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Nave Micoperi 30 al lavoro davanti a Giglio Porto
Nave Micoperi 30 al lavoro davanti a Giglio Porto

Un gruppo di tecnici della Micoperi 30
Un gruppo di tecnici della Micoperi 30
La Micoperi 30 sta ripulendo il fondale nel luogo dove era il relitto della Concordia
La Micoperi 30 sta ripulendo il fondale nel luogo dove era il relitto della Concordia


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Sandro Addario

Giornalista

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