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Legge di stabilità: non saranno toccate le pensioni. Renzi promette: taglio le tasse

Renzi in Tv
Renzi in Tv

ROMA – Intervistato da Fazio alla trasmissione ‘Che Tempo Che Fa’ il premier Matteo Renzi ha annunciato due notizie importanti in vista della prossima legge di stabilità. Innanzitutto non saranno toccate le pensioni. In secondo luogo il Governo predisporrà incentivi finanziari per far tornare in patria 500 professori universitari che lavorano all’estero, frenando così la ‘fuga dei cercelli’.

PENSIONI – La flessibilità in uscita nelle pensioni slitta al 2016 «quando i numeri saranno chiari». Intervenire troppo rapidamente potrebbe essere dannoso, attuato «senza saggezza e senza cifre chiare». Però bisogna che il premier sia coerente nei confronti di tutti i pensionati: ci sono casse di previdenza (come l’Inpgi, giornalisti) che hanno annunciato il taglio degli assegni in maniera che a qualcuno non sembra del tutto legittima. Su questo tema si pronunceranno i ministeri vigilanti, probabilmente attenendosi alla linea indicata dal presidente del consiglio.

PROFESSORI – Nella manovra sarà inserita «una misura ad hoc» per facilitare il lavoro dei professori universitari, riportando in Italia quelli espatriati all’estero. A 500 di loro, ha assicurato il presidente del Consiglio, sarà dato un fondo per far avanzare progetti di ricerca nelle università, «slegandoli dalle dinamiche burocratiche della Pubblica Amministrazione».

TASSE – La legge di stabilità sarà imperniata sul taglio delle tasse, prima Imu e Tasi sulla prima casa e poi Ires e superammortamenti. «Siamo i primi ad abbassare davvero le tasse», dice Renzi. Allo stesso tempo nella manovra si punterà a combattere la povertà, con misure specifiche per circa un milione di bambini poveri. Attenzione sarà riservata anche al mondo del servizio civile e dell’associazionismo. Su quest’ultimo punto Renzi ha insistito molto, annunciando che in breve vuole arrivare a trovare i fondi per consentire a 100.000 giovani di fruire del servizio civile, un vanto per il nostro paese.

COPERTURE – Resta il problema delle coperture, per il quale il Parlamento ha già dato il via libera ad utilizzare il deficit fino al 2,4% del Pil l’anno prossimo (circa 17,9 miliardi), sfruttando il più possibile la flessibilità europea. Ma bisogna attendere il disco verde di Bruxelles. Se la Commissione infatti non accoglierà la richiesta di estendere la flessibilità anche alle spese per i migranti, la somma utilizzabie si ridurrà a meno di 15. A questa cifra devono comunque aggiungersi circa 7 miliardi di spending review, a partire dai costi standard ribaditi da Renzi, probabilmente un miliardo dalla riforma dei giochi e, secondo le stime più ottimistiche, altri 3 miliardi di entrate dovute nel 2016 alla voluntary disclosure. In tutto circa 25 miliardi, che non basterebbero però se nella manovra dovessero entrare tutte le misure di cui si è parlato in questi giorni.


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Paolo Padoin

Già Prefetto di FirenzeMail

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