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Povertà, Caritas: in Italia il 14% della popolazione non ha un pasto stabile

Più di 53 milioni di persone nell’Unione Europea non riescono a soddisfare in modo stabile l’esigenza di un pasto adeguato. A fronte di una media del 10,5%, in Italia sono il 14,2% della popolazione, con un incremento record del 130% in 5 anni. Lo afferma il rapporto di Caritas Italiana presentato a Expo all’interno del Convegno “Diritto al cibo. Interventi di prossimità e azioni di advocacy”, incentrato sul tema della povertà alimentare a Milano, in Italia e in Europa. Proprio nella Giornata mondiale di lotta alla povertà, il Convegno ha cercato di inquadrare il tema del cibo e degli aiuti alimentari nella cornice complessiva delle diverse forme di povertà.

ITALIA – Una situazione allarmante anche in Italia, confermata dai 6.273.314 di pasti erogati nel corso del 2014 da 353 mense diocesane, e dai 3.816 centri di distribuzione viveri, promossi da 186 Caritas diocesane, che si fanno carico di un vasto bisogno alimentare di persone e famiglie, italiane e straniere. E – come emerge dal monitoraggio nazionale dei servizi di aiuto alimentare promossi dalle Caritas diocesane – troviamo sia forme tradizionali di aiuto (mense e centri di distribuzione di pacchi viveri), sia quelle a carattere più innovativo e sperimentale (empori o market solidali, progetti di agricoltura sociale, gruppi di acquisto solidale).

BISOGNI – Ma non si tratta soltanto di difficoltà nel mettere insieme il pasto quotidiano. Grazie ai dati raccolti da 1.197 centri di ascolto Caritas in 154 diocesi italiane, è possibile avere un quadro dei bisogni espressi dalla popolazione in stato di necessità. Al primo posto quelli legati alla povertà economica (54,6%), seguiti dai problemi relativi al lavoro (41%) e abitativi (18,2%). Le richieste più frequenti riguardano beni e servizi materiali (58%), l’erogazione di sussidi economici (27,5%) e la ricerca di lavoro (17,4%).

POVERTÀ – In base a un confronto tra i primi semestri di ogni anno, nel periodo 2013-2015 si evidenziano alcuni trend dei fenomeni di povertà. In particolare aumentano gli italiani (+4,1%) e aumentano le richieste avanzate da famiglie monogenitoriali e altri tipi di famiglie senza coniugi né partner conviventi (+10,2%). Eloquenti anche i dati delle risposte messe in atto a livello ecclesiale: 1.169 progetti anti-crisi economica delle diocesi italiane, di cui 171 fondi diocesani di solidarietà e 140 progetti di microcredito per famiglie e/o piccole imprese, 865 Progetti Otto per mille Italia, attivati dal 2012 al primo semestre 2015, dalle Caritas diocesane con il sostegno della Conferenza Episcopale Italiana e l’accompagnamento di Caritas Italiana. Questi ultimi solo nel 2014 sono stati 290 per un importo complessivo di oltre 30,5 milioni di euro.

GOVERNO – Questi i dati che, oggettivamente, mettono in discussone l’ottimismo professato dal governo in occasione della presentazione della legge di stabilità. Renzi dice a ogni piè sospinto che l’Italia è ripartita, ma leggendo questi dati ci sembra che venga fuori il quadro di un’Italia che forse sta avviandosi alla ripresa in alcuni settori più protetti e incentivati dal governo (che presta attenzione particolarmente alle esigenze della grande industria), ma resta indietro se si guarda ai molti strati della popolazione che arrancano, faticano ancora ad arrivare alla fine della settimana, e sono proprio quelli (pensionati, reddito fisso, professori, addetti della pubblica amministrazione) dei quali Renzi ha più volte dimostrato di non volersi curare particolarmente.


Paolo Padoin

Già Prefetto di FirenzeMail

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