Livorno: arrestato 5 mesi dopo una rapina al Monte dei Paschi di Siena, a Vicarello. Si cerca un complice
LIVORNO – E’ stato arrestato nella sua casa, a Catania, un quarantenne accusato di rapina, cinque mesi dopo il colpo in una banca in provincia di Livorno. Il 27 maggio scorso aveva fatto irruzione insieme ad un complice all’interno della filiale della Banca Monte dei Paschi di Siena, a Vicarello, in provincia di Livorno, puntando un taglierino alla gola di un impiegato e costringendolo a consegnargli oltre 6.000 euro in contanti custoditi nelle casse.
Dopo il colpo, i due erano poi riusciti a dileguarsi facendo perdere le proprie tracce. La fuga di uno dei due rapinatori, tuttavia, è terminata alle prime luci di questa mattina quando i carabinieri sono andati a prelevarlo, arrestandolo con l’accusa di rapina aggravata in concorso. A tradire l’uomo, presentatosi quella mattina all’interno dell’agenzia a volto scoperto, sono state le immagini dalle telecamere a circuito chiuso presenti all’interno della Banca e, soprattutto, le impronte rilevate durante il sopralluogo. Infatti, nell’accedere in banca ha lasciato all’interno della bussola girevole l’impronta del proprio dito indice poi repertata dai carabinieri di Livorno e successivamente inviata ai colleghi del Ris di Roma, i quali sono riusciti ad identificare con l’impronta con quella del presunto rapinatore, già inserito nella relativa banca dati a causa di numerosi precedenti penali. A completare il quadro accusatorio nei confronti dell’uomo è poi risultato fondamentale anche il riconoscimento effettuato dall’impiegato della filiale. Le indagini dei carabinieri hanno anche permesso di ricostruire gli spostamenti dell’accusato proprio nei giorni a cavallo della rapina, riuscendo ad accertare la sua presenza a Livorno e, in particolare, a Collesalvetti.
I militari del reparto operativo di Livorno, pertanto, coadiuvati dai colleghi di Catania, questa mattina hanno prelevato il quarantenne dalla propria abitazione, arrestandolo in esecuzione di un ordine di custodia cautelare in carcere emesso dal Tribunale di Livorno e trasferendolo presso il carcere catanese. Le indagini dei militari sono tuttora in corso per riuscire a dare un nome anche al secondo complice, al momento ancora ignoto.