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Pubblica amministrazione: secondo Bankitalia mancano 61 miliardi per saldare i debiti con le imprese

Convento_di_Montesenario
Convento_di_Montesenario

ROMA – Ricordate la famosa promessa di Renzi nel salotto di Porta a Porta? Se per il suo onomastico (21 settembre 2014) i debiti della P.A. non fossero stati saldati sarebbe andato in pellegrinaggio a piedi a Monte Senario, sopra Firenze. Padre Nando, priore del convento, lo sta ancora aspettando. Uno studio pubblicato oggi 27 ottobre dalla Banca d’Italia dimostra che le “ingenti risorse” messe a disposizione dal Tesoro, le nuove norme e “l’attenzione politica” hanno ridotto di 20 miliardi, negli ultimi 2 anni, i debiti commerciali della P.a. che però per essere “ricondotti entro limiti fisiologici” e rispettare le regole Ue richiederebbero un calo di 50 mld sui 70 di fine 2014.

CGIA – La Cgia di Mestre ha esaminato questo studio ed è giunta alla conclusione che la pubblica amministrazione italiana si conferma la peggiore pagatrice d’Europa: salda mediamente i propri fornitori dopo 144 giorni, contro i 38 giorni della media Ue. La Confederazione degli artigiani rileva anche che i dati illustrati oggi da Bankitalia evidenziano come, al netto dell’importo ceduto in pro soluto, siano ancora 61 i miliardi di debito che la Pubblica amministrazione deve alle imprese fornitrici.

PUBBLICA AMMINISTRAZIONE – “Una cifra imponente che fatica a diminuire – osserva Paolo Zabeo, coordinatore dell’ufficio studi di Cgia – poiché la nostra Pa continua a liquidare le fatture con forte ritardo rispetto a quanto previsto dalla Direttiva europea introdotta nel 2013, che impone alle aziende pubbliche il saldo fattura entro 30-60 giorni”. Quindi, nonostante i tempi di pagamento nell’ultimo anno siano scesi di 21 giorni (dati Intrum Justitia) l’amministrazione dello Stato italiano resta la più ritardataria, ben 106 giorni in più della media europea. La Francia, ad esempio, salda le proprie fatture dopo 62 giorni, l’Olanda in 32 giorni, la Gran Bretagna in 24 giorni e la Germania dopo 19 giorni.

“Grazie all’introduzione della fatturazione elettronica – conclude Paolo Zabeo – le cose sono migliorate. Dallo scorso 31 marzo, infatti, tutti i fornitori della Pa hanno l’obbligo di emettere la fattura in formato elettronico. Una disposizione che ha reso più trasparente il rapporto commerciale tra il pubblico e il privato, anche se il debito complessivo rimane ancora troppo elevato e i ritardi nei pagamento sono del tutto ingiustificati”.

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