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L'ingresso del Forteto a Vicchio di Mugello

Caso Forteto, minori abusati: bloccato il progetto assegnato all’associazione Artemisia

Gli abusi al Forteto è iniziato il processo. Nel riquadro il fondatore Rodolfo Fiesoli
Gli abusi al Forteto. Nel riquadro il fondatore Rodolfo Fiesoli, condannato a 17 anni

FIRENZE – Decisione presa. L’assessore Saccardi ha dato indicazioni agli uffici di sospendere il progetto, assegnato tramite bando alla associazione Artemisia, per la riacquisizione di autonomia per minori e giovani in uscita dalla comunità del Forteto e vittime di abusi. E ne ha già
informato l’associazione. «Ma il Consiglio regionale – afferma l’assessore – se ne assuma tutta la responsabilità».

Così l’assessore al sociale, diritto alla salute e sport dopo che il Consiglio regionale ha approvato all’unanimità, nella seduta di martedì 27 ottobre, la mozione proposta da Giovanni Donzelli di Fratelli d’Italia, con emendamenti di Leonardo Marras capogruppo Pd, che richiedeva la
sospensione del progetto. L’associazione Artemisia, secondo la mozione, ha ottenuto «l’aggiudicazione attraverso un progetto nel quale si parla di ‘presunte vittime’, si utilizzano imbarazzanti condizionali e si dequalifica il lavoro di questo Consiglio regionale e dei magistrati, oltre a rappresentare l’ennesimo schiaffo per le vittime del Forteto».

«Il progetto formulato da Artemisia – precisa Saccardi – è stato presentato prima della sentenza di condanna, dunque era doveroso usare il condizionale, se ancora vale il principio di presunzione di innocenza. Peraltro l’uso nel bando della parola ‘vittime del Forteto’ concorse per l’avvocato difensore del Fiesoli a creare un clima avverso nel processo. L’uso dell’aggettivo ‘presunte’ fu così ritenuto opportuno, in attesa della conclusione del processo».

Secca la replica del capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale Stefano Mugnai, componente della commissione d’inchiesta Forteto bis: «Sul progetto regionale affidato all’associazione Artemisia rivolto a quanti sono usciti dal Forteto, definiti nell’atto ‘presunte vittime’ malgrado le ripetute evidenze giudiziarie, il Consiglio regionale la sua responsabilità se la è già presa: quella di rimediare a una serie di bestialità della giunta regionale».

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