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Firenze: torna al Teatro di Rifredi «Il malato immaginario» con la regia di Chiti

Il malato immaginario nella foto A. Costagli, L. Socci, D. Frosali
«Il malato immaginario» (nella foto: A. Costagli, L. Socci, D. Frosali)

FIRENZE – Torna per quattro repliche al Teatro di Rifredi «Il Malato immaginario» di Molière nell’adattamento di Ugo Chiti, che ne ha curato anche la regia. Sul palco, sempre la storica Compagnia Arca Azzurra Teatro, con cui Chiti lavora da oltre trent’anni.

Lo spettacolo, lo scorso anno, è stato il più votato e apprezzato dal pubblico dei teatri del circuito della Fondazione Toscana Spettacolo.

Trama e interpreti. Protagonista de è l’ipocondriaco Argante (Dimitri Frosali) che, credendosi malato o esposto a ogni malattia non ancora contratta, vive perennemente tra medici e medicine: per assicurarsi cure più assidue, vorrebbe costringere la figlia Angelica (Elisa Proietti) a sposare lo sciocco e pedante Tommaso Diarroicus (Andrea Costagli), figlio del suo dottore (Massimo Salvianti). Il motore dell’intreccio drammatico, naturalmente avviato al lieto fine, è rappresentato dalla serva Tonina (Giuliana Colzi), che riuscirà con l’astuzia non solo a portare Angelica tra le braccia dell’amato Cleante (Gabriele Giaffreda), ma anche a svelare l’interesse bieco, mascherato da amore, di Becchina (Lucia Socci), seconda moglie di Argante. Il tutto dà spunto a una pungente satira nei confronti dell’avida classe medica, che all’epoca ai malati faceva quasi quasi più danni che altro. Tutto finisce in gloria, con la pensata di Beraldo, il fratello saggio e fino alla fine inascoltato, di far proclamare Argante medico da un coro di otto porta clisteri, sei speziali e ventidue dottori che ballano e cantano in latino maccheronico, naturalmente tutti commedianti assoldati per compiacere ed esorcizzare la follia del fratello. Alla fin fine, per diventare medico, basta indossarne il camice…

Che Jean-Baptiste Poquelin, in arte Molière, lo volesse o no, «Il malato immaginario» è risultato il suo testamento teatrale. Il 10 febbraio 1673 la pièce debuttò, protagonista Molière; in realtà, come malato, non era poi così immaginario e il 17 febbraio 1763, subito dopo la quarta rappresentazione della commedia, Molière andò a raggiungere la sua grande ispiratrice Madeleine Béjart, morta lo stesso giorno un anno prima.

La comédie-ballet «Il Malato immaginario» (titolo che tradisce un po’ l’originale: nel francese del XVII secolo il termine “imaginaire” significava anche ‘pazzo’) è una farsa all’antica, in cui Molière sfoggia l’abilità di oltre trent’anni di lavoro da commediante; vi riversa tuttavia anche la visione del mondo di un cinquantenne disincantato, e in questo il dramma è modernissimo. Dietro l’irresistibile comicità traspare lo stato d’animo di chi ha perso la fiducia negli uomini e probabilmente la voglia di vivere. Il protagonista, in mezzo alle sue follie, piazza svariate battute quanto mai lucide e razionali, ogni tanto anche ciniche, specchio delle amare riflessioni dell’autore, che veicola attraverso la buffoneria una denuncia piuttosto corrosiva della società contemporanea.

Teatro di Rifredi – Via Vittorio Emanuele II, 303 – Firenze

da giovedì 5 a domenica 8 novembre (feriali ore 21 – domenica ore 16.30)

Arca Azzurra Teatro presenta «Il malato immaginario» di Molière; adattamento, ideazione dello spazio, costumi e regia Ugo Chiti; con Giuliana Colzi, Andrea Costagli, Dimitri Frosali, Massimo Salvianti, Lucia Socci, Gabriele Giaffreda, Elisa Proietti; assistente ai costumi Dagmar Elisabeth Mecca; luci Marco Messeri; musiche Vanni Cassori; arredi di scena Francesco Margarolo

Info: 055/4220361 – www.toscanateatro.it

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