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Pubblico impiego, il ministro Madia: chi firma e non lavora va licenziato. Le imprese chiedono di semplificare la burocrazia

Marianna Madia
Marianna Madia

ROMA – “Le imprese non possono più sopportare costi burocratici per 30 miliardi di euro l’anno e la perdita di 34 giornate annue per adempimenti fiscali”. Il presidente di Rete Imprese Italia, Carlo Sangalli, chiede al governo un “impegno straordinario per la riforma dell’amministrazione pubblica, col pieno coinvolgimento delle imprese, che devono essere liberate dalle inefficenze della burocrazia. “Oggi nel nostro Paese – ha dichiarato Sangalli al convegno “Scenari di crescita in presenza di una semplificazione amministrativa”, con il ministro della PA Marianna Madia – c’è bisogno assoluto di buona burocrazia, che consenta agli imprenditori di lavorare con poche regole, chiare e certe, senza impazzire in adempimenti complicati e costosi”. Il “fardello” dei costi burocratici potrebbe essere ridotto di almeno un quarto – ha sottolineato Sangalli – semplificando alcune procedure. “Quello che serve oggi – ha detto il presidente di Confcommercio – è un percorso di snellimento dell’apparato burocratico e amministrativo”. La riforma della PA deve proseguire con determinazione; al governo le pmi chiedono di cancellare “dalla mente di tanti imprenditori l’incubo della cattiva burocrazia. Sulla riforma Madia – ha concluso – bisogna soprattutto fare bene perché un errore su questa materia potrebbe compromettere il risultato per molti anni ancora”.

Il Ministro si è poi soffermato sullo scalpore suscitato da alcuni recenti episodi di cronaca: “Un dipendente pubblico che dice che va a lavorare e poi non ci va, deve essere licenziato. Anche se, aggiunge, non è vero che tutti i dipendenti P.a. siano fannulloni”. Replica l’ex ministro Brunetta: “La mia legge già prevede il licenziamento, basterebbe applicarla.”


Paolo Padoin

Già Prefetto di FirenzeMail

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