Papa Francesco è arrivato a Firenze, l’abbraccio della città e di tutta la Toscana
FIRENZE – Papa Francesco è atterrato attorno alle 9.30 di oggi 10 novembre allo stadio di Atletica Luigi Ridolfi di Firenze, seconda tappa del suo viaggio in Toscana. Ad accoglierlo l’arcivescovo di Firenze, cardinale Giuseppe Betori, il sindaco, Dario Nardella, il presidente della Regione, Enrico Rossi, il prefetto Alessio Giuffrida.
Fittissima l’agenda. Tra i primi appuntamenti: il suo discorso al Convegno Ecclesiale Nazionale nella Cattedrale di Santa Maria del Fiore davanti ai fiorentini e a oltre 2 mila convegnisti. Prima, però, visita in Battistero.
ORE 10
Papa Francesco è appena entrato in Cattedrale, dopo essere prima sceso dalla papamobile e aver visitato il Battistero, accompagnato dal cardinale Betori. Il Papa è stato accolto dal suono delle chiarine e dalle campane a distesa della Cattedrale. Il Santo Padre, proveniente da Prato dove ha iniziato la sua giornata toscana, è stato accolto sul sagrato del Duomo dal gonfalone di Firenze e dalle maggiori autorità civili e religiose. Il pontefice ha percorso le strade del centro di Firenze arrivando in Duomo da via Cavour, a bordo di un’auto alla quale hanno fatto da cornice migliaia di persone – fra loro tanti bambini – festanti con bandiere gialle e bianche del Vaticano con sopra impressa l’immagine del Santo Padre. Dopo che si sarà conclusa la cerimonia nel Duomo di Firenze, attorno ale 11.30, Francesco si trasferirà nella Basilica della Santissima Annunziata e, successivamente, pranzerà con i poveri della mensa Caritas di San Francesco Poverino.
ORE 10.35
Il Papa ascolta con molta attenzione gli interventi di alcuni laici. Come quello di Francesca Masserenti, una giovane madre che ha compiuto un percorso di fede negli anni. Il racconto del suo avvicinamento a Cristo è stato apprezzato da Francesco che si è avvicinato alla donna abbracciandola e accarezzando il suo bambino. Poi, con altrettanta attenzione, il Papa ha ascoltato le parole di Pierluigi e Gabriella, due sposi che hanno condiviso il matrimonio dopo precedenti esperienze coniugali fallite. Anche a loro il Santo Padre ha riservato un caloroso saluto.
ORE 10.46
L’ossessione della gloria di questo mondo
Infine Francesco ha preso la parola nella Cattedrale stracolma di fedeli e di cittadini al limite della capienza. «L’ossessione di preservare la propria gloria, la propria dignità, la propria influenza non deve far parte dei nostri sentimenti», ha detto nel suo saluto al Convegno Ecclesiale Nazionale. Il Pontefice ha sottolineato la centralità del sentimento dell’ «umiltà». «Dobbiamo perseguire la gloria di Dio, e questa non coincide con la nostra. La gloria di Dio che sfolgora nell’umiltà della grotta di Betlemme o nel disonore della croce di Cristo ci sorprende sempre».
ORE 10.55
La fede è rivoluzionaria
«La nostra fede è rivoluzionaria per un impulso che viene dallo Spirito Santo», ha sottolineato Francesco -.Dobbiamo seguire questo impulso per uscire da noi stessi, per essere uomini secondo il Vangelo di Gesù». Secondo il Papa, «qualsiasi vita si decide sulla capacità di donarsi. E’ lì che trascende sé stessa, che arriva a essere feconda». «Il nostro dovere – ha scandito – è lavorare per rendere questo mondo un posto migliore e lottare».
ORE 11.03
Don Camillo e Peppone
«La Chiesa italiana – ha detto il Papa – ha grandi santi il cui esempio possono aiutarla a vivere la fede con umiltà, disinteresse e letizia, da Francesco d’Assisi a Filippo Neri. Ma pensiamo anche alla semplicità di personaggi inventati come don Camillo che fa coppia con Peppone. Mi colpisce come nelle storie di Guareschi la preghiera di un buon parroco si unisca alla evidente vicinanza con la gente. Di sé don Camillo diceva: ‘Sono un povero prete di campagna che conosce i suoi parrocchiani uno per uno, li ama, che ne sa i dolori e le gioie, che soffre e sa ridere con loro’. Vicinanza alla gente e preghiera sono la chiave per vivere un umanesimo cristiano popolare, umile, generoso, lieto. Se perdiamo questo contatto con il popolo fedele di Dio perdiamo in umanità e non andiamo da nessuna parte».
ORE 11.14
«Che Dio protegga la Chiesa italiana da ogni surrogato di potere, d’immagine, di denaro – dice ancora il Papa -. La povertà evangelica è creativa, accoglie, sostiene ed è ricca di speranza». Poi il Pontefice chiede pazienza: «Devo leggere ancora due cartelle…».
ORE 11.25
Preghiera finale di Papa Francesco con tutti i vescovi italiani e i fedeli radunati in Cattedrale. Il pontefice ha intonato il Padre Nostro. Adesso si dirigerà verso piazza Santissima Annunziata dove pregherà davanti alla Madonna in Basilica con alcuni disabili e poi pranzerà alla mensa Caritas con 60 poveri. Alle 15.30 la Messa allo stadio Franchi.