Terrorismo, allarme Italia: controlli aumentati, verifiche mirate, frontiere più sorvegliate
ROMA – Dopo Parigi, il Viminale, l’Antiterrorismo e le forze di polizia, riuniti nel Comitato per l’ordine pubblico e la sicurezza, hanno predisposto un piano di contrasto che supera quello già ipotizzato per i grandi eventi di Expo e del Giubileo. L’allerta è stata elevata al II livello e permette l’entrata in azione dei corpi speciali militari dei Gis e dei Nocs, «in assetto operativo». Inoltre è stato stabilito che vengano effettuati controlli più stretti, frontiere blindate, espulsioni mirate, monitoraggio delle carceri, perquisizioni a tappeto nei luoghi dove si annida l’integralismo.
PASSEGGERI – Il Viminale ha chiesto verifiche straordinarie a tutti i prefetti e ha schierato i primi 700 soldati a protezione di Roma. Verrà probabilmente autorizzata anche in Italia l’acquisizione dei dati dei passeggeri del trasporto aereo, il Programma secure flight, già effettivo in America. «Vi è una minaccia accresciuta – sottolinea Alfano – anche se non sorretta da elementi concreti e specifici sul nostro paese». Soprattutto perché i tweet veicolati sul web dove si annunciavano attentati a Roma, Milano e Washington, sarebbero, in realtà, vecchi messaggi lanciati da Al Adnani, portavoce dell’Isis, e sarebbero datati 2014.
INFORMAZIONI – Dalle complessive informazioni a disposizione sembra che negli attentati recenti «sono entrati in azione terroristi homegrown e reduci dai teatri di guerra, soggetti provenienti delle banlieue e veterani di decine di battaglie, tutt’altro che sprovveduti. Una miscela esplosiva che pesca nel qaedismo e nell’Is e che ha una forte capacità di seminare terrore su obiettivi altamente simbolici del vivere occidentale».
RISCHIO – Nessun paese è a rischio zero; lo ribadisce anche Alfano, pur precisando che «lo sforzo di prevenzione che abbiamo messo in campo può ridurre i rischi ma non può eliminarli con certezza». L’unica arma veramente efficace resta quella della prevenzione. «Che finora ha funzionato», sottolinea ancora il ministro ricordando i 55 estremisti espulsi dall’inizio dell’anno e le 540 perquisizioni nei confronti di soggetti che avevano a che fare con il terrorismo. Non a caso le misure decise – già scattate per Roma, Milano e Torino e poi estese a tutta Italia – vanno in questa direzione: un «controllo strettissimo» dei valichi di frontiera, in particolar modo con la Francia, e un rafforzamento della presenza delle forze di polizia sul territorio.
IMMIGRATI – E’ ben vero che in Italia, a differenza che in Francia, non esistono immigrati di seconda o terza generazione, inseriti nella società, che possano più facilmente perpetrare o comuque partecipare ad azioni eclatanti e sanguinarie. L’immigrazione da noi, rispetto ai cugini transalpini, è fenomeno recente, mentre la Francia ha un passato coloniale che ha riempito le banlieues di ‘ressortissants’ del nordafrica. Ma dobbiamo comunque stare con le antenne dritte, come ha sottolineato Alfano, e cercare in ogni modo la miglior collaborazione con le altre intelligences, per evitare che si verifichino quelle falle che, a livello francese, hanno sicuramente agevolato i terroristi.
Paolo Padoin
E’ vero che di Milano non si parlava più nei messaggi più recenti, ma in passato c’era comunque stata qualche indicazione anche in tal senso.
Mark
Di Milano proprio non si parla, semmai erano Roma e Londra oltre che Washington…