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Il presepe in Consiglio regionale: ogni consigliere porti una statuina

Un presepe in classe
Un presepe in classe

Facciamo un presepe anche in Consiglio regionale. E, per evitare spese non istituzionali su cui la Corte dei Conti potrebbe puntare l’attenzione, propongo che ciascun consigliere contribuisca portando un personaggio. In questo modo potremo anche ‘fare squadra’ contro gli integralismi, riaffermando la nostra storia e le nostre radici culturali e civiche

Per un malinteso senso di accoglienza, finora siamo stati quelli che hanno vietato le mostre di arte sacra del Novecento ai bambini delle elementari per non dispiacere ai non cattolici. Siamo quelli che hanno vietato il presepe nelle scuole per non urtare chi il Natale non lo festeggia. Siamo quelli che non servono prosciutto a nessuno, nelle mense, senza lasciare libertà di scelta ai bambini che invece non avrebbero problemi a mangiarne. Ma questo nascondere sotto un tappeto di disconferme che umilia e offende noi stessi e la nostra matrice culturale contribuisce a creare spazio agli estremismi. Quanto è stato fatto finora è una automutilazione culturale nella quale, mentre noi arretriamo, contemporaneamente gli estremismi occupano quello spazio. I risultati hanno il sapore amaro che stiamo sperimentando in queste ore.

Noi, è vero, siamo anche quelli che negli anni 70 hanno sconfitto il terrorismo brigatista. Anche allora, però, c’erano resistenze ad accettare che quella lotta armata era guerra allo stato e che implicava una reazione di contrasto adeguata ed eradicante. Finché non l’abbiamo capito, non abbiamo vinto sul terrorismo. Oggi si ripete la stessa dinamica, con la stessa resistenza ad accettare la realtà dei fatti: siamo in guerra. Non perché l’abbiamo deciso noi, ma perché ci sparano addosso. E serve una reazione adeguata, in armi e in pensiero. Anche allora c’era chi diceva “Né con le Br, né con lo Stato”; ma non abbiamo vinto la lotta al terrorismo finché quella scelta di campo non è stata compiuta in maniera netta. Anche oggi serve una scelta di campo: per i nostri valori, contro chi vorrebbe annientarli annegandoli in un bagno di sangue. Oggi vergognarsi della nostra storia e della storia della nostra cultura, dei nostri valori, della nostra identità non integra: dis-integra. Noi stessi, innanzitutto. La nostra cultura e le nostre tradizioni sono lo scudo a tutto questo.


Stefano Mugnai

Vice presidente vicario gruppo Coraggio Italia alla Camera

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