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Firenze, vertice Nato al via protetto da 600 militari: bonifiche, controlli e metal detector

Firenze, Salone dei Cinquecento, Pietro Grasso al vertice Nato
Firenze, Salone dei Cinquecento, Pietro Grasso al vertice Nato

FIRENZE – E’ cominciato stamani 26 novembre in un Palazzo Vecchio blindatissimo il summit della Nato a Firenze, presenti fra gli altri, il ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni, il vicepremier e ministro dell’Interno, Angelino Alfano, il presidente del Senato,Pietro Grasso,la presidente della Camera, Laura Boldrini, il ministro della Difesa, Roberta Pinotti e l’Alto rappresentante per la politica estera Ue, Federica Mogherini.

METAL DETECTOR – Il museo di Palazzo Vecchio è chiuso e ci sono controlli con il metal detector anche per i dipendenti. I controlli, anche se discreti, riguardano tutta l’area intorno a piazza Signoria e, più in generale, nel centro della città dove sono in azione tiratori scelti, artificieri e unità cinofile. Le 40 delegazioni, anche di Paesi Mediorientali oltre che Europee, alloggiano quasi tutte negli hotel del centro storico.

BONIFICA – Bonifiche sono state effettuate nei giorni scorsi (scomparsi anche i cestini nelle strade) e stamani, prima dell’arrivo dei partecipanti in Palazzo Vecchio anche grazie ai rinforzi arrivati per l’occasione: complessivamente oltre 600 uomini, compresi i militari dell’operazione «strade sicure».

PROTESTA ALL’UNIVERSITA’ – Un gruppo di anarchici ha organizzato un volantinaggio di protesta sul viale Guidoni al Polo di scienze sociali dell’università. I manifestanti, una ventina, hanno affisso a un semaforo uno striscione con la scritta «Nessuna guerra tra i popoli, nessuna pace tra le classi. Fuori le truppe Nato». Il presidio di protesta, non preavvisato alla questura, è sorvegliato dalla polizia che ha bloccato le vie di accesso al Polo universitario.

PIETRO GRASSO – «Per sconfiggere lo Stato Islamico e il terrorismo non basterà l’intervento militare ma serviranno almeno tre linee di azione» ha dichiarato nel suo intervento nel Salone dei Cinquecento, il presidente del Senato, Pietro Grasso. Si deve «rafforzare il governo in Iraq e mettere fine alla guerra civile in Siria – ha aggiunto -, attraverso un profondo impegno diplomatico» e bisogna «rigettare la logica dello scontro di civiltà». Riguardo all’Isis, Grasso ha parlato di «gravi errori di calcolo di chi ha sostenuto milizie varie perdendone spesso il controllo». E’ poi un errore, ha continuato, «stabilire un nesso fra la sicurezza dei cittadini e l’arrivo dei profughi: i giovani terroristi a Parigi erano purtroppo cittadini europei». Infine i legami con le mafie: «Occorre cercare di interrompere i canali di traffico, rotte e traffici di criminalità organizzata e di terrorismo, che a volte coincidono».

ANDREA MANCIULLI – «L’Isis non può essere vinto solo con un confronto militare ma non può al contempo essere sconfitto senza di esso» ha fatto eco a Grasso presidente della delegazione italiana dell’assemblea parlamentare Nato, Andrea Manciulli (Pd), intervenendo al summit. «E’ necessario interrompere i flussi economici finanziari che alimentano Isis e l’intelligence track the money gioca a riguardo un ruolo preminente» ha rilanciato Manciulli.

MARCO MINNITI – Su combattenti stranieri che arrivano nelle zone della Siria e dell’Iraq controllate dallo Stato islamico, si è appuntata l’attenzione del sottosegretario Marco Minniti. «I foreign fighters sono la più straordinaria e consistente legione straniera dell’epoca moderna, giungono da cento paesi diversi, lasciano le proprie case e vanno a combattere in Siria e in Iraq, poi si sganciano e diventano terroristi».

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