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Fisco: sconti e agevolazioni in aumento. Messa da parte la spending review

Roberto Perotti
Roberto Perotti

Una giungla che non si riesce a disboscare. E che anzi, si infittisce ogni anno di più. È quella di sconti e agevolazioni fiscali, che ormai sfiorano le 300 voci e che si ‘mangeranno’, il prossimo anno, 2016, ben 175 miliardi di potenziali entrate, ben 15 in più di quest’anno. A fare un punto sono i tecnici di Camera e Senato in un dossier sulla legge di Stabilità appena approdata alla Camera. Legge di Stabilità che, come annunciato “con dispiacere” dallo stesso premier Matteo Renzi al varo della manovra, ha rinunciato per l’ennesima volta a usare le forbici per ridurre le tax expenditures perché “intervenire oggi significa aumentare le tasse”.

TASSE – Una evenienza assolutamente da evitare nel momento in cui la strategia dell’esecutivo è invece tutta orientata a farle calare, le tasse. Nel frattempo le agevolazioni fiscali hanno continuato ad aumentare, 11 in più solo tra ottobre 2014 e settembre 2015 ne contano i tecnici sulla base delle tabelle allegate al bilancio per il 2016, che valgono 634 milioni per il 2016, 1,3 miliardi per il 2017 e 1,2 miliardi per il 2018. E secondo gli ultimi dati diffusi dal Tesoro nei mesi scorsi, l’aumento era stato di 35 voci negli ultimi 5 anni, tra 2011 e 2015. Rispetto alle 282 allegate al bilancio 2015, le voci di erosione fiscale censite per il 2016 sono arrivate a 296 (e le novità vanno dall’art bonus per spingere gli investimenti in cultura al bonus mobili per le giovani coppie che comprano casa, che scatterà dal primo gennaio).

SCONTI – All’interno di questo calderone, la cui ultima fotografia analitica risale al rapporto Ceriani del 2011, ci sono una serie di sconti considerati da sempre intoccabili, come le detrazioni da lavoro dipendente o pensione o per i carichi familiari, ma anche voci considerate ormai obsolete, o che rappresentano duplicazioni, fino a quelle – messe in evidenza da ultimo anche dall’Ufficio Parlamentare di Bilancio in occasione dell’ultima audizione sul Def – che rischiano di rappresentare veri e propri “sussidi impliciti” a determinati settori.

SACRIFICI – I candidati a essere sacrificati con la legge di Stabilità, visto che esplicitamente il Def di aprile citava le tax expenditures tra i capitoli della nuova spending review, sembravano diverse micro-voci superate, come l’agevolazione per l’estrazione del sale dal magnesio, in particolare quelli legati all’agricoltura e ai trasporti. Alla fine non se ne è fatto nulla, nonostante il lavoro messo a punto da Roberto Perotti, succeduto a Carlo Cottarelli come ‘commissario’ alla spending insieme a Yoram Gutgeld, e che ha lasciato il suo incarico subito dopo il varo della legge di Stabilità. Tutto rinviato al prossimo anno quando per legge il governo dovrà presentare un ‘tagliando’ ogni anno degli sconti fiscali.

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