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Obbligazioni Banca Etruria, addio risparmi di 50 mila toscani: hanno perso 20 mila euro a testa

Risparmi di una vita in fumo per decine di migliaia di cittadini
Risparmi di una vita in fumo per decine di migliaia di cittadini

FIRENZE – L’associazione Federconsumatori sta valutando di presentare un esposto alla magistratura sulla vicenda delle obbligazioni subordinate di Banca Etruria, di cui il decreto cosiddetto «salva banche» del Governo Renzi ha azzerato il valore.

«Temiamo che nella stragrande maggioranza dei casi – afferma l’associazione – le obbligazioni subordinate siano state vendute a soggetti che non avevano le caratteristiche previste dalla direttiva europea Mifid (Markets in Financial Instruments Directive, ndr.) per tale tipologia di prodotto finanziario, che ha un alto rischio».

Secondo le stime di Federconsumatori, i risparmiatori toscani in possesso di obbligazioni subordinate di Banca Etruria sono fra i 30 mila e i 50 mila, e avrebbero perso 15-20mila euro a testa.

«Riceviamo tante persone disperate che chiedono aiuto», hanno spiegato oggi 27 novembre in conferenza stampa il presidente Fulvio Farnesi, Giuseppe Minigrilli e Pietro Ferrari, protestando contro le «gravi responsabilità degli amministratori, del gruppo dirigente e degli stessi organi di controllo, Banca d’Italia e Consob». Secondo l’associazione «vanno anche sollecitati i parlamentari toscani affinché in fase di conversione del decreto si recuperi questa enorme ingiustizia, e bisogna capire con le istituzioni se può emergere un soggetto terzo per attivare forme conciliative».

Il decreto «salva banche» riguarda, oltre a Banca Etruria, anche Cassa di Ferrara, Banca Marche e CariChieti. Complessivamente in Italia sarebbero oltre 100 mila i cittadini messi in ginocchio, privati dei risparmi di una vita, letteralmente depauperati. Lo denuncia, oltreché da Federconsumatori, giunge anche da Adusbef. Le due associazioni hanno chiesto un incontro al governo «per affrontare e risolvere questo problema, in modo da far rispettare il sacrosanto diritto dei cittadini a rientrare in possesso dei propri averi».


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Domenico Coviello

Giornalista

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