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Pubblico impiego: sarà più facile licenziare gli «assenteisti seriali». L’annuncio del ministro Madia

stataliROMA – Il ministro Marianna Madia annuncia che sarà più semplice licenziare gli statali assenteisti cosiddetti ‘seriali’, quelli cioè che si ammalano ogni lunedì mattina, o quelli che un determinato giorno dell’anno disertano in massa con giustificazioni varie, come era accaduto lo scorso 31 dicembre per i vigili di Roma.

ASSENZE – All’interno delle norme che disciplinano i « procedimenti disciplinari nel testo unico sul pubblico impiego, noi abbiamo un focus specifico sulle assenze particolari, le assenze reiterate, le assenze di massa, in modo che le norme, che già ci sono anche nel nostro ordinamento, siano norme non teoriche ma che si concretizzano se il dipendente sbaglia».

DISCIPLINA – Finora, su circa 3 milioni di dipendenti pubblici, solo 220 lo scorso anno sono stati messi alla porta per questioni disciplinari, e il governo intende rimediare modificando le norme sui licenziamenti per scarso rendimento, già introdotte dalla riforma Brunetta anche nel pubblico impiego.

BRUNETTA – Oggi tali norme prevedono che il licenziamento per scarso rendimento deve sostanzialmente avere due caratteristiche: innanzitutto essere legato ad una valutazione biennale delle prestazioni del lavoratore pubblico, . e poi avere un profilo soggettivo. Il dipendente cioè, deve essersi macchiato di qualche “colpa”. Insomma, oltre a non avere una prestazione soddisfacente, deve aver violato qualche norma di legge o il contratto. Se però si assenta ogni lunedì, o in un giorno prefestivo, e ha un certificato apparentemente valido, oggi è difficile metterlo alla porta. Le assenze anomale, quelle reiterate o di massa, verranno invece esplicitamente indicate come “colpa” da valutare ai fini del licenziamento.

PROCEDURA – Verrà inoltre semplificata la procedura: quando oggi uno statale commette delle violazioni, come nel caso dei dipendenti del Comune di San Remo che si facevano timbrare il cartellino dai colleghi, pur esistendo delle norme precise che prevedono sanzioni e anche il licenziamento, non è ben chiaro come tutta il processo – indipendentemente dalle sanzio i penali – debba funzionare, ossia chi deve fare cosa e in quali tempi. L’idea che starebbe maturando, sarebbe quella di affidare tutti i poteri disciplinari agli ispettorati interni alle amministrazioni. La procedura dovrebbe essere attivata dai dirigenti (chi non lo fa subirebbe delle sanzioni), e tutto l’iter disciplinare dovrebbe concludersi in tempi certi, al massimo cento giorni.

RIFORMA – Quanto alla riforma globale della Pubblica amministrazione il ministro ha affermato che una buona parte dei decreti attuativi già pronti (una decia) saranno approvati dal consiglio dei ministri prima di Natale. Si tratta del decreto sblocca burocrazia, che taglierà del 50% i tempi di autorizzazione per le opere strategiche. Della riforma delle partecipate pubbliche, che saranno ridotte da 8 mila a meno di 3 mila, di quella dei servizi locali, del codice dell’amministrazione digitale con l’arrivo del Pin unico per il cittadino. E poi il taglio delle Camere di commercio, l’accorpamento della Guardia forestale nel corpo dei Carabinieri, il decreto per rendere trasparenti tutti gli atti della pubblica amministrazione, la semplificazione della conferenza dei servizi, il provvedimento sui porti e un testo sulla dirigenza medica.

Se son rose fioriranno, ma ormai da tempo stiamo aspettando che la pubblica amministrazione sia riformata e recuperi efficienza.


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Paolo Padoin

Già Prefetto di FirenzeMail

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