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Pensioni: Matteo Renzi infuriato per le anticipazioni di Boeri. Lo rivela il presidente dell’Unpit

renzi boeri
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ROMA – Dal sito del presidente dell’Unione pensionati italiani, Franco Abruzzo, traiamo una notizia che conforterà molti pensionati italiani, posti in ambasce dalle molteplici affermazioni del Presidente dell’Inps, Tito Boeri. Udite, udite: finalmente, dopo tante sortite avventate del bocconiano presidente, anche Matteo Renzi sarebbe furente con Tito Boeri. Di terrorismo armato, secondo il presidente del Consiglio, ce n’è già abbastanza in giro nel mondo per permetterci il lusso di aggiungerne in Italia uno di carattere sociale, vista l’eco mediatica e politica delle proposte, esplicite o implicite, del presidente del’Inps sul ricalcolo contributivo delle pensioni liquidate legittimamente col sistema retributivo, sui tagli alle pensioni non solo di presunto oro, ma anche d’argento, rame, zinco e via metallizzando.

BOERI – Le sortite di Boeri impensieriscono il presidente del Consiglio anche per gli effetti, che sembrano avere già prodotto sul mercato. Effetti negativi, in particolare, sulla propensione ai consumi di categorie che, impaurite dalle difficoltà in arrivo con la decurtazione delle pensioni, sono portate ora più a risparmiare, se vi riescono, che a spendere. E Renzi sa bene, con il ridimensionamento delle stime di crescita del prodotto interno lordo, quanto comodo farebbe all’economia nazionale, un aumento, non una contrazione, dei consumi.

GUFI – Ossessionato da tempo, a torto o a ragione, dai gufi, gufini e gufetti che avverte attorno al governo, il presidente del Consiglio non vorrebbe che a dargli il colpo di grazia fosse proprio Boeri, al quale vorrebbe chiedere una moratoria, come quella reclamata per altri versi alla periferia del partito in ebollizione per le elezioni amministrative del 2016.

PREVIDENZA – Perché il professor Tito Boeri continua a tollerare la diffusione di informazioni colpevolmente false e tendenziose, quali quella che la spesa previdenziale del 2013 sul PIL nazionale sarebbe stata del 15,7%. Ma cosa ci stanno a fare i burocrati dell’OCSE se non sanno neppure (o non vogliono) interpretare i dati correttamente? La spesa previdenziale nel 2013 è stata del 10,7% del PIL, quindi assolutamente in media con i Paesi UE. Se si sottraggono all’esborso pensionistico lordo totale di 247,86 miliardi le imposte trattenute direttamente alla fonte, per 43 miliardi, e i 33,4 miliardi della GIAS (gestione dell’assistenza), si ottiene una spesa previdenziale netta effettiva di 171,46 miliardi che rappresenta appunto il 10,7% del PIL.

Questa è la concreta realtà. Speriamo che Renzi, dopo aver girovagato fra i vari banchini pubblicitari del Pd dando il via alla campagna “Italia Coraggio!”, prenda anche lui il coraggio a quattro mani e, visti i risultati controproducenti delle sortite di Boeri, si decida una buona volta a farlo rientrare nei ranghi e a spendere le sue energie per curare piuttosto la riorganizzazione dell’Inps, che lascia un po’ a desiderare.


Paolo Padoin

Già Prefetto di FirenzeMail

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