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Antonello Venditti

Firenze: grande Antonello Venditti nella tappa al Mandelaforum (un po’ piccola la sua Roma…)

Antonello Venditti
Antonello Venditti

FIRENZE – Signore ultrasessantenni, con i mariti ancora floridi ma panzuti, pronte a scatenarsi per due ore: lanciate sul filo della memoria oltre che dalla voce, onestamente sempre piacevole e intrigante di Antonello Venditti. Che al Mandela Forum di Firenze ottiene ripetute standing ovation, affiancato dallo storico gruppo Stradaperta, e sostenuto da una scaletta ampiamente rodata nel mega-show dello scorso di settembre allo Stadio Olimpico di Roma.

Anche qui, nel palazzo dello sport a 200 metri dallo stadio Franchi, si scatena una grande festa in cui Antonello Venditti ripercorre la sua carriera, intrecciando sapientemente passato e presente. Con un paio di rilievi, se permettete, di puro campanile: le reiterate foto di Francesco Totti vicino a quello che fu il “tempio” di Giancarlo Antognoni. E la scelta di chiudere sulle note di “Grande Roma”, dedicata alla squadra giallorossa (forse perché in questo momento ha bisogno di sostegno, visti i flop di Garcia e della sua truppa…).

Ma al di là di queste osservazioni appunto di stampo campanilistico, Antonello va alla grande. Propone il titoloTortuga, del suo ultimo album, ispirato al bar di fronte al liceo Giulio Cesare di Roma, uno dei luoghi simbolo per i giovani romani da svariate generazioni. Canta e diverte. Scuote la testa deluso quando accenna al Pci che fu (con foto di Enrico Berlinguer sullo sfondo) e al Pd … che è. Ottenendo mormorii di assenso da una platea che probabilmente marciava nei cortei anni Settanta e che oggi, con il renzismo imperante, non se la sente nemmeno di … camminare fino ai banchetti propagandistici “benedetti” dalla ministra Boschi nelle piazze, non senza dissensi e contestazioni.

Venditti sfodera il suo piacevole e sempreverde repertorio, da “Ricordati di me” a “Roma Capoccia”, “Notte prima degli esami” e “Sotto il segno dei pesci”. Fino a “In questo mondo di ladri” e all’indimenticata “Sara”. Chi lo conosce bene rileva una mancanza: “Ci vorrebbe un amico” non viene eseguita. Peccato. Per il resto Venditti, 66 anni compiuti e un passato uguale a quello di tanti di noi, resta una certezza. Peccato anche (per lui) che la sua “Grande Roma”, ora non sia più così. E che qualcuno abbia comunque intonato la canzone (indiscutibilmente bella) cambiando soggetto: Grande … Viola. Più aderente alla classifica di questo campionato.



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