Riforma dell’Amministrazione: scompariranno alcuni prefetti, non le prefetture
La riforma della pubblica amministrazione, una delle grandi novità annunciate più volte da Matteo Renzi e Marianna Madia, è ancora lungi dal completarsi. La cornice, la legge-quadro, è stata approvata lo scorso mese di agosto, ma manca la parte più importante. Quella dei decreti attuativi, più volte preannunciati ma ancora in itinere, senza i quali le disposizioni di legge non hanno efficacia concreta.
RIFORME – Di recente sono tornati d’attualità diversi temi, fra i quali hanno tenuto banco la riduzione delle prefetture, poi smentita dal ministro Alfano, la sforbiciata delle municipalizzate, fonte di sprechi inestimabili, che ancora persistono vive e vegete, l’accorpamento fra forestale e carabinieri, le nuove norme sulla trasparenza e il pin unico, che dovrebbero facilitare i rapporti fra pubblica amministrazione e cittadini.
RUGHETTI – Ministri e esponenti politici si sono sbizzarriti in conferme, smentite, dichiarazioni a convegni, interviste a quotidiani e radio. Adesso il sottosegretario alla P.a. Angelo Rughetti prova a fare un po’ di chiarezza e afferma: sulla riforma della Pubblica amministrazione “abbiamo concordato una tabella di marcia con il premier, entro Natale avremo il primo pacchetto di decreti legislativi. Si tratterà delle misure che riguardano il rapporto tra amministrazione, famiglie e imprese.”.
CODICE E PIN – Annuncia così che sono in arrivo “il nuovo Codice digitale, l’abbandono definitivo della carta in ogni comunicazione tra cittadini e P.a., il pin unico per tutti i 10mila enti dell’amministrazione pubblica, le nuove norme sulla trasparenza, la semplificazione e standardizzazione dei procedimenti, le nuove regole delle Conferenze dei servizi per dare risposte nella metà del tempo”.
MUNICIPALIZZATE – Non male come elenco. E addirittura aggiunge che sul taglio delle municipalizzate da 8mila a mille, “proviamo a farcela entro Natale. Ma decisivo è sempre l’ultimo miglio delle riforme, l’attuazione. Per questo – sottolinea Rughetti – l’aspetto più importante del taglio delle municipalizzate è il meccanismo con cui obbligare un ente pubblico a dismettere una partecipata che ha zero dipendenti o meno dipendenti del Consiglio di amministrazione”. Tra le ipotesi, “pensiamo al blocco dei trasferimenti e al commissariamento ad acta per gli enti che non rispettano la legge. Faremo sul serio”.
PREFETTURE E FORESTALI – E precisa anche che il governo in merito alle prefetture non avrebbe fatto alcun passo indietro perché: “il principio non è quello di togliere uffici e servizi, ma di tagliare e snellire linee di comando e doppioni. L’ufficio immigrazione resta, per capirci. Ma due province vicine possono avere un solo prefetto. Credo poi che entro Natale riusciremo anche a presentare il decreto che porta le Guardie forestali dentro l’Arma dei carabinieri”. Dunque non si tagliano uffici e personale ma solo qualche dirigente, e solo fra i prefetti, con una diminuzione ridicola per la spesa pubblica.
Se la tanto vantata riforma si limita a questo i risparmi, per esperienza personale, saranno minimi: qualche decina di stipendi (le sedi interessate erano 23 a quanto sembra), ma senza alcuna riduzione evidente e sostanziale di personale ed uffici, che resterebbero tali e quali. Fumo negli occhi come al solito. Si ripeterà la vicenda della finta soppressione delle province, che prima avrebbero dovuto scomparire, poi sono state trasformate in enti di area vasta e infine reclamano ancora fondi per il loro funzionamento, in barba ai risparmi che questa pretesa rivoluzione avrebbe dovuto comportare. Ma neppure il Governo Renzi riesce a mettere un freno alle clientele, anzi mi sembra che ne stia aggiungendo altre.