Sicurezza: il governo supera il blocco Ue e aumenta il deficit (0,2%) nella manovra 2016
ROMA – La sicurezza, ad oggi, è la priorità delle priorità. Quindi le misure vanno messe in campo – e finanziate – tutte e subito, senza attendere il via libera Ue alle richieste di flessibilità che arriverà solo in primavera. Per questo il governo si starebbe orientando a portare nel 2016 il deficit dal 2,2% al 2,4%, senza portare in Parlamento, come ipotizzato inizialmente, un pacchetto di misure ‘in due tempi’, in parte vincolato (com’era per l’anticipo Ires) all’ok di Bruxelles.
FRANCIA – Una scelta che sarebbe in linea con la posizione già annunciata dalla Francia ma che non è ancora definitiva e si sta studiando, fanno sapere dal Tesoro, insieme ad altre soluzioni che tengano insieme la necessità di far fronte a questa emergenza in tempi rapidi, con il rispetto delle leggi italiane e dei vincoli dati dal Parlamento – che peraltro ha già autorizzato il governo a spingere il deficit fino al 2,4% – ma anche delle decisioni che devono essere assunte in sede Ue. Sulle quali, si sottolinea, il governo resta fiducioso, visto che l’Italia ha le carte in regola e ha chiesto quello che poteva chiedere.
DEFICIT – Tecnicamente se si sceglierà di alzare ancora il deficit senza aspettare l’Europa il governo dovrà presentare una risoluzione al Parlamento, che potrebbe arrivare già nei prossimi giorni, in cui si comunica la variazione dei saldi rispetto all’ultima nota di aggiornamento al Def che calcolava solamente la richiesta di flessibilità aggiuntiva per le riforme (lo 0,2%) e per gli investimenti (lo 0,3%) ma non lo 0,2% chiesto in nome della clausola per gli ‘eventi eccezionali’ come l’emergenza migranti, prima, e quella sicurezza ora.
SICUREZZA – Il ‘pacchetto sicurezza’ dovrebbe essere presentato alla Camera entro giovedì, per dare modo alla commissione Bilancio di esaminarlo insieme al resto degli emendamenti alla legge di Stabilità. Sul tavolo ancora diversi nodi da sciogliere, con riunioni continue tra maggioranza ed esecutivo, cui hanno partecipato anche il ministro Maria Elena Boschi e il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Claudio De Vincenti.
INTERVENTI – In dirittura di arrivo il ‘pacchetto Sud’ che dovrebbe contenere tre fasce per il credito d’imposta per gli investimenti (20% per le piccole imprese, 15% per le medie e 10% per le grandi) con un tetto ancora in via di definizione. Ancora in dubbio invece l’innalzamento degli sgravi contributivi per le nuove assunzioni, perché ancora non c’è chiarezza sui fondi effettivamente a disposizione. Sgravi che potrebbero alla fine essere solo prolungati a 3 anni (invece dei 2 per il resto d’Italia) se emergeranno risorse residue della vecchia programmazione del Piano di azione e coesione. E si lavora ancora anche sul fronte dei giochi, sul quale il sottosegretario dell’Economia Pier Paolo Baretta ha garantito la “disponibilità” a partire dalle linee guida dettate dal Parlamento, a partire da una “drastica riduzione della pubblicità”.