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Immigrazione: a Bruxelles Renzi protesta per la procedura d’infrazione contro l’Italia

Gli immigrati che erano ospitati, dal 2011, nell'Hotel Giglio di Settimo Torinese lasciano il centro di accoglienza, che era stato messo a loro disposizione da una società autostradale, che chiuderà questa sera, Torino, 06 marzo 2013. Ai 122 profughi sono stati dati: un assegno circolare di 500 euro, un permesso di soggiorno e una carta d'identità. Immigrants who were hosted, from 2011, in the ''Hotel Giglio'', near Turin, Northern Italy, leave the reception center which will close this evening, 06 March 2013. The center was made ??available by a motorway company. To the 122 refugees were given: a cashier's check of ? 500, a residence permit and an Identity Card. ANSA/ALESSANDRO DI MARCO

BRUXELLES – Gli hotspot che non decollano, i ricollocamenti dei profughi da Grecia e Italia verso gli altri Stati membri che non si fanno, i rimpatri che stentano, i controlli sui migranti carenti: per il settimo vertice di seguito, i leader Ue si sono confrontati, con toni anche aspri, sulla crisi dei flussi migratori e su tutte le carenze che ostacolano i progressi per blindare le frontiere esterne.
A spronare il drappello sono ancora Angela Merkel e Francois Hollande, che con i presidenti di Commissione e Consiglio Ue Jean Claude Juncker e Donald Tusk vogliono procedere rapidamente (entro giugno) all’istituzione di un’agenzia Ue di guardacoste e guardie di frontiera, che in casi di vulnerabilità dei confini agisca su comando di Bruxelles, contro la volontà di uno Stato.
“Idea molto controversa”, riconosce lo stesso Tusk, ma il controllo delle frontiere è una “conditio sine qua non di tutte le politiche migratorie”. E avverte: “Le alternative sarebbero altrettanto dolorose”. L’allusione è alla possibilità di sospendere da Schengen, fino a due anni, un Paese incapace di mantenere il controllo delle proprie frontiere esterne. L’ipotesi di cedere un pezzo della propria sovranità nazionale non piace a molti Paesi, tra questi i Visegrad, rivelano fonti diplomatiche, ma nel corso della discussione non si sono create particolari fratture.

RENZI – Il premier Matteo Renzi, insofferente per l’Ue a guida tedesca che vorrebbe persino imporgli centri di detenzione per i migranti illegali in attesa di rimpatrio, è arrivato a Bruxelles con la voglia di showdown. Brucia ancora l’apertura della procedura di infrazione per le mancate registrazioni delle
impronte digitali nel sistema Eurodac. La definisce “surreale”. L’Italia è “oltre il 90% degli obiettivi”. Piuttosto, accusa, i ricollocamenti “sono a meno dell’1% degli impegni presi”.
Ma fonti Ue rimarcano: “Raccogliere le impronte dei migranti in relazione alla richiesta di asilo non solleva l’Italia dall’obbligo di registrare le loro impronte anche per l’ingresso irregolare alle frontiere esterne”. L’Italia ha tentato di giustificare “la discrepanza tra il numero di arrivi di migranti e le cifre Eurodac con la pratica di raccogliere le impronte per chi chiede protezione internazionale solo per l’asilo. Ma questa pratica non è corretta”, puntualizzano.
I dati della presidenza lussemburghese sul tavolo del summit restituiscono un quadro desolante: su 160mila trasferimenti di richiedenti asilo in due anni, ne sono stati fatti 184; gli hotspot aperti sono due sugli undici previsti; da settembre i rimpatri sono stati 658.


Paolo Padoin

Già Prefetto di FirenzeMail

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