Governo, agenda 2016: urgente approvare le riforme. Ci sono le elezioni amministrative
Nella sua enews e nella conferenza stampa di fine anno Matteo Renzi ha giustamente (dal suo punto di vista) rivendicato l’azione positiva del suo Governo e tracciato le prospettive future per il 2016. Molte promesse sono state mantenute, alcune solo parzialmente, altri annunci sono stati ottima pubblicità per l’esecutivo, ma ancora non sono andati in porto. Dopo aver preso nota delle affermazioni del premier e della sua promessa che dopo quest’incarico non ne vorrà ricoprire altri, proviamo dunque a tracciare un bilancio sommario di quanto il Governo dovrà realizzare nell’anno che verrà, in vista anche della tornata elettorale che vedrà il rinnovo dei sindaci di molti importanti capoluoghi di regione.
OMICIDIO STRADALE – Era esattamente un anno fa, dicembre del 2014, quando in un video registrato a Palazzo Chigi, rivolto ai genitori di un ragazzo falciato e ucciso in motorino da un uomo ubriaco e positivo alla cannabis, il premier Renzi prometteva che «il 2015 sarà l’anno in cui interverremo sull’omicidio stradale». Promessa quasi rispettata, ma non fino in fondo. Infatti è passata l’ultima lettura al Senato, ma resta ancora l’ultimo passaggio alla Camera. Dovrebbe realizzarsi a gennaio, almeno così ha assicurato la ministra Boschi a esponenti delle associazioni familiari delle vittime della strada che l’hanno incontrata recentemente: alla Camera l’ok definitivo dovrebbe essere calendarizzato tra le prime cose da fare al rientro dalle vacanze.
RIFORMA COSTITUZIONALE – A inizio anno dovrebbe esser dato il via libera alla riforma costituzionale, già prevista per l’11 gennaio: per cambiare il Senato mancherà poi l’ultima doppia lettura e il referendum confermativo in autunno, qualche mese più in là del previsto («nel 2015 porteremo a termine l’iter parlamentare delle riforme costituzionali», scriveva Renzi a gennaio, rivolto agli iscritti Pd).
RAI – Più o meno nei tempi previsti è stata varata la riforma della Rai, fresca fresca di approvazione, martedì scorso per alzata di mano, nell’Aula del Senato.
UNIONI CIVILI – Quel che invece Palazzo Madama da tempo rinvia, ed è ancora lontanissima dall’approvazione, è la legge sulle unioni civili. E dire che a luglio Renzi auspicava l’approvazione entro l’anno e il sottosegretario Scalfarotto, grande sostenitore della legge, convinto dalla risolutezza del premier, aveva pure interrotto uno sciopero della fame iniziato per protesta. Da allora, però, poco è cambiato: tra le critiche di Ncd e i dubbi anche di un pezzo di Pd, la discussione del provvedimento in Aula inizierà solo con l’anno nuovo; e chissà se sarà, come direbbe Renzi, la volta buona.
PUBBLICA AMMINISTRAZIONE – Sono slittati a gennaio anche i decreti sulla Pubblica amministrazione, quelli che attuano la legge passata ad agosto. La ministra Marianna Madia aveva fatto capire di volerne portare una parte nell’ultimo consiglio dei ministri del 2015, ma evidentemente non è stato possibile.
PRESCRIZIONE – Si riparlerà nel 2016 della legge sulla prescrizione: nel Pd ci lavorano da tempo, la Camera l’ha approvata, ma restano perplessità degli alleati di Ncd sul maxi allungamento dei termini di prescrizione (fino a 21 anni per la corruzione). Ora, rassicurano i dem, si è trovato un accordo, nel 2016 dovrebbe riprendere – e concludere – il suo viaggio al Senato.
APPALTI, TERZO SETTORE E CITTADINANZA – Sempre al Senato l’anno ricomincerà con la discussione del codice degli appalti, in terza lettura, e la riforma del Terzo settore. E poi dovrà arrivare «un nostro preciso impegno davanti agli elettori», come lo definì Renzi, da mantenere nel 2016: la riforma della cittadinanza.
EUROPA – Ho lasciato per ultimo il robusto contenzioso italiano con l’Europa. Gli interventi nel settore bancario (il cd. decreto salva-banche) sono stati contestati dalla Commissione, che ritiene si tratti di aiuti di Stato; in tema d’immigrazione è in piedi una procedura d’infrazione contro l’Italia (anche se l’Europa è ancora inadempiente per la ricollocazione dei migranti); la manovra 2016 dovrà essere completamente valutata a marzo del prossimo anno, e si corre il rischio che qualche intoppo sorga, soprattutto per quanto concerne la richiesta di flessibilità per le spese per i rifugiati, che dovrebbe consentire la disponibilità di 3 miliardi, necessaria per la riduzione delle tasse promessa dal Governo. Si tratta di un ostacolo di non poco conto che Renzi dovrà riuscire a superare all’inizio del 2016 se vorrà andare avanti spedito con il suo progetto.
Tutti questi provvedimenti rientrano nelle promesse non ancora o parzialmente mantenute. Ma visto il ritmo e il piglio deciso con cui il premier procede travolgendo ogni ostacolo – Europa permettendo – e tenuto conto soprattutto della quasi inesistente opposizione, è possibile che una buona parte di questa normativa sia effettivamente licenziata nel corso del 2016. Anche perché il varo di questi importanti provvedimenti sarebbe un ottimo viatico per le elezioni amministrative della prossima primavera, alle quali il premier annette importanza fondamentale.
Comunque vada, auguri di buon 2016, ne abbiamo bisogno.