Governo: il 2016 sarà l’anno delle riforme (finora rinviate), con l’incognita referendum istituzionale
ROMA – Lunedì prossimo 11 gennaio è in programma alla Camera la discussione del ddl sulla riforma costituzionale per il superamento del bicameralismo. I numeri della maggioranza dovrebbero far sì che il testo venga approvato senza particolari sorprese. Ma più che all’ok del Parlamento (servirà una seconda lettura) sia il presidente del Consiglio che i leader dell’opposizione si preparano alla vera battaglia rappresentata dal referendum confermativo, al quale Renzi ha legato la propria sopravvivenza.
BANCHE – Ma se la battaglia sulle riforme è destinata a sconfinare dalle Aule parlamentari, sia alla Camera che al Senato sono diversi i provvedimenti ‘caldi’ su cui le forze di opposizione stanno già organizzando le barricate. Sotto i riflettori è in particolare palazzo Madama dove sarà discusso il ddl del Pd per l’istituzione di una commissione bicamerale d’inchiesta sulla vigilanza del sistema bancario e di cui l’opposizione rivendica la presidenza.
UNIONI CIVILI – Dossier banche a parte però, a minare gli equilibri all’interno della maggioranza è il delicato tema sulle unioni civili. A dividere il Partito Democratico dagli alleati di Ap è il capitolo che riguarda le stepchild adoption (solito termine inglese quasi intraducibile, che si riferisce all’adozione del figlio di un partner di una coppia di omosessuali), punto su cui anche all’interno dei Dem si registrano delle resistenze. Non a caso, il Pd ha istituito un gruppo di lavoro ad hoc, costituito da parlamentari di diverse sensibilità, per mettere nero su bianco alcuni emendamenti condivisi. Il termine per la loro presentazione è il 22 gennaio. Dopo 4 giorni il ddl Cirinnà inizierà il suo iter in Aula e non si esclude che per l’approvazione del testo il Partito Democratico possa andare a ‘pescare’ fuori dallo steccato della maggioranza. Sia il Movimento Cinque Stelle che gli esponenti di Sinistra Italiana infatti si sono detti favorevoli al testo.
IUS SOLI – Sempre al Senato, poi, è in attesa di essere esaminato il ddl sullo ius soli ‘temperato’ approvato alla Camera il 13 ottobre. Una legge che permetterà ai minori nati in Italia e figli di genitori stranieri di richiedere (con rigidi requisiti) la cittadinanza italiana ma sulla quale pende, oltre alla violenta protesta della Lega, un contesto internazionale segnato dall’allerta terrorismo.
TORTURA – E sempre a palazzo Madama attende un ok il ddl per l’istituzione del reato di tortura, approvato in aprile alla Camera ma sul quale la commissione Giustizia ha già inserito modifiche: il testo, quindi, è destinato ad un nuovo rimpallo con Montecitorio. Ministero dell’interno e Forze di polizia sono contrarie a questo provvedimento, caldeggiato dalle sinistre per mettere sotto scacco proprio i tutori dell’ordine.
PRESCRIZIONE – Le distanze tra Pd e Ap pesano, invece, sul ddl sulla prescrizione (con il nodo del raddoppio dei tempi per i reati di corruzione) approvata in marzo alla Camera e in attesa di vedere la luce al Senato che, il 12 gennaio, riaprirà invece i battenti sulla riforma del codice degli appalti. Il giorno prima, alla Camera, sarà quello del sì alle riforme costituzionali: il ddl Boschi tornerà quindi al Senato per i suoi passaggi finali prima del referendum, previsto per ottobre e sul quale Renzi ha in mente una campagna capillare.
PUBBLICA AMMINISTRAZIONE – Un discorso a parte merita la riforma dell’amministrazione dello Stato, per la quale è stata approvata a giugno scorso la legge quadro, però inefficace senza il varo dei decreti attuativi, ancora in cantiere, che dovranno essere approvati entro l’anno, nonostante alcune forti perplessità dei sindacati. Che attendono Renzi al varco per la conclusione del contratto del pubblico impiego, atteso da ormai sei anni.
I passaggi parlamentari per alcuni provvedimenti potranno costituire una fase delicata per l’azione del governo, ma Renzi sembra sicuro del fatto suo e di poter aggregare maggioranze trasversali e composite (perfino col M5S) a seconda delle occasioni. Per arrivare con molto fieno in cascina all’appuntamento che lui ritiene più importante: quello del referendum istituzionale in programma negli ultimi mesi dell’anno.