Stepchild adoption: scoppia la battaglia all’interno del Pd. Insorgono i catto-dem
ROMA – Il conflitto latente all’interno del Pd sul problema dell’adozione del figlio del partner per le coppie omosessuali (stepchild adoption) provoca due iniziative dei catto-dem:un emendamento pro-affido al Senato e un documento contro la stepchild adoption alla Camera. I Cattodem, dopo giorni di tensioni, lanciano la propria sfida al ddl unioni civili e in particolare all’adozione del figlio del partner. Un’offensiva numericamente corposa, che può contare su 37 deputati e – sostengono i Cattodem – almeno una trentina di senatori ma che non porta ad alcun cambiamento della linea del partito: mantenere la stepchild in attesa del confronto in Aula. Tra i Dem, però, è scontro aperto e non a caso emergono, con il passar delle ore, le ipotesi di un’ulteriore mediazione a partire dall’introduzione di un periodo di pre-adozione di 2 anni.
Già nel corso della “bicameralina” del Pd presieduta dalla responsabile Diritti Micaela Campana la stepchild è stata messa in discussione da più di un membro del comitato e, sebbene al termine della riunione l’art.5 che la prevede sia rimasto intatto, sul tavolo sono state poste alcune ipotesi di mediazione: da quella di limitare la stepchild ai nati prima della registrazione delle unioni civili o ai nati da una precedente relazione (entrambi con la zavorra del dubbio di incostituzionalità) a quella di un periodo di 2 anni di “pre-adozione”, durante il quale il giudice minorile verifica se la nuova famiglia ne abbia i requisiti
Nel frattempo, la linea del partito non cambia. «Il Pd non indietreggia nel suo impegno ad approvare» il ddl, assicura il vicesegretario Lorenzo Guerini. Ma la posizione netta dei Cattodem pone più di un dubbio sui numeri del fronte pro-stepchild al Senato, segnato anche dal caso Gay.it, che pubblica una lista di 31 malpancisti Dem (scesi a 26) scatenando una vera e propria bufera. «Chi si trincera nella stepchild mette a rischio l’ok alla legge», spiega Rosa Maria Di Giorgi, parlando di almeno 30 sostenitori all’emendamento pro-affido, sul quale, però, non è ancora iniziata la raccolta firme.