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World Economic Forum, Oxfam denuncia: «62 paperoni possiedono la ricchezza di 3,6 miliardi di persone»

Crescono senza sosta le disuguaglianze fra ricchi e poveri in tutto il mondo
Crescono senza sosta le disuguaglianze fra ricchi e poveri in tutto il mondo

ROMA – Sul pianeta Terra 62 persone – supermiliardari – i più ricchi del mondo, possiedono una ricchezza equivalente a quella della metà più povera della popolazione, pari a 3,6 miliardi di persone, su un totale di 7,4 miliardi di abitanti.

DISUGUAGLIANZA – Lo sostiene un rapporto della charity britannica Oxfam pubblicato in coincidenza con l’annuale World Economic Forum che si tiene questa settimana a Davos, in Svizzera. Lo studio indica tra l’altro che la ricchezza della metà più povera della popolazione mondiale è scesa del 41% (pari a mille miliardi di dollari) dal 2010 a oggi. Allo stesso tempo, la ricchezza delle 62 persone più ricche del pianeta è aumentata di oltre 500 miliardi di dollari a quota 1.760 miliardi di dollari.

E L’ITALIA? – Anche l’Italia non sfugge alla drammatica situazione di una inaccettabile disuguglianza crescente fra ricchi e poveri. I dati sulla distribuzione nazionale di ricchezza del 2015 evidenziano come l’1% più ricco degli italiani sia in possesso del 23,4% della ricchezza nazionale netta, una quota che in valori assoluti è pari a 39 volte la ricchezza del 20% più povero dei nostri connazionali. Anche l’incremento della ricchezza dal 2000 al 2015 non si è distribuito equamente: oltre la metà è andata a beneficio del 10% più ricco degli italiani.

PARADISI FISCALI – Per non vanificare i progressi nella lotta alla povertà conseguiti negli ultimi vent’anni, Oxfam ha chiesto ai leader mondiali di agire con urgenza contro l’aumento vertiginoso della disuguaglianza, cominciando con la messa al bando dei paradisi fiscali. Il continuo ricorrere da parte di super-ricchi e delle grandi multinazionali agli investimenti offshore è uno dei fattori che sottrae alle casse degli Stati risorse essenziali per la lotta alla povertà.

MULTINAZIONALI – «L’elusione fiscale delle multinazionali ha un costo per i Paesi in via di sviluppo stimato in 100 miliardi di dollari all’anno, e un impatto importante anche nei paesi Ocse come l’Italia», spiega Roberto Barbieri, direttore generale di Oxfam Italia.

GOVERNO – «Il governo italiano può agire per porre fine all’era dei paradisi fiscali, sostenendo a livello nazionale e in Europa una serie di misure – spiega Oxfam -. Per le imprese multinazionali sono necessari maggiore trasparenza e approcci comuni da parte degli stati. Sosteniamo quindi l’obbligo di rendicontazione pubblica in ogni paese in cui le multinazionali dell’Unione europea operano (country-by-country reporting), e un modello vincolante di tassazione unitaria nella Ue perché le tasse siano pagate laddove l’attività economica si svolge realmente». «Per questo Oxfam Italia – conclude il rapporto – lancia Sfida l’Ingiustizia, una nuova campagna per dire basta ai paradisi fiscali e rendere credibile l’impegno preso dai leader mondiali di eliminare la povertà estrema entro il 2030».


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Domenico Coviello

Giornalista

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