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Immigrazione: l’UE cambierà l’accordo di Dublino. Come chiedeva Matteo Renzi

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BRUXELLES – Fra una polemica e l’altra la Commissione UE fa trapelare l`intenzione di rivedere, nella riforma del regolamento di Dublino annunciata per marzo, il principio secondo cui lo Stato di approdo dei rifugiati è quello che ha la responsabilità di custodirli fino a identificazione conclusa.

REDISTRIBUZIONE – La disposizione, secondo fonti citate dal Financial Times che trovano conferma, verrà modificata per assicurare una redistribuzione immediata di chi arriva in Europa ed evitare che un migrante resti là dove è sbarcato per mesi e mesi. Si richiederà un automatismo complesso per ripartire fra tutti l`onere dell`accoglienza. Buona notizia per chi, come l`Italia lo chiedeva da tempo. Pessima per altri, come il Regno Unito, che non vogliono un solo ospite in più. «Una vittoria per Renzi», scrive il quotidiano anglosassone. Un segnale di apertura in uno dei momenti più difficili per le relazioni fra Roma e Bruxelles, che negli ultimi giorni si sono scambiati accuse pesanti

PROPOSTA – La Commissione Europea, secondo quanto rivela il quotidiano finanziario britannico, si sarebbe convinta che la regola del “primo ingresso”, cioé della responsabilità per i migranti assegnata al primo paese UE in cui mettono piede nella loro disperata fuga, è diventata “obsoleta* e “ingiusta”, per cui verrà abolita. La proposta sarà resa pubblica in marzo. L`iniziativa potrebbe costringere alcuni paesi dell`Europa settentrionale , tra cui la Gran Bretagna, ad accogliere più rifugiati perché non potrebbero più rispedirli al primo paese in cui sono sbarcati, quali che siano i modi in cui ne hanno raggiunto un altro. La riforma potrebbe anche aumentare la pressione sui paesi della UE per approvare un formale sistema di “quote` e comuni diritti d`asilo e procedure per suddividere più equamente i rifugiati fra i 28 membri dell`Unione. Non sarà semplice però creare una nuova normativa in materia. Le regole finora in vigore sono praticamente andate in pezzi nel corso degli ultimi sei mesi del 2015, quando la Germania ha dapprima rinunciato a rimandare il flusso di migranti nei paesi di “primo ingresso”, quindi ci ha ripensato, suscitando un caos tra una frontiera e l`altra di mezza Europa, con migliata di profughi costretti a spostarsi in treno, in bus e a piedi in una sorta di fuga senza fine. Un possibile criterio per un sistema di “quote”, in cui i rifugiati sono suddivisi fra tutti i paesi UE, potrebbe basarsi su criteri come il pil nazionale e la popolazione, per cui i paesi più ricchi e più popolosi dovrebbero in teoria accogliere un maggior numero di profughi di quelli meno ricchi e più piccoli-


Paolo Padoin

Già Prefetto di FirenzeMail

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