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Arezzo, madre e figlia di 10 anni uccise da una minicar: la moglie dell’investitore non lo vuole in casa

Arezzo, il luogo dell'investimento di Barbara Fiacchini e della piccola Letizia
Arezzo, il luogo dell’investimento di Barbara Fiacchini e della piccola Letizia

AREZZO – Sarebbe stato il netto rifiuto della moglie a riprenderselo a casa per i domiciliari uno degli elementi che hanno indotto il gip Annamaria Loprete ad accogliere la richiesta di custodia cautelare in carcere per il 40enne A. D., il romeno che domenica scorsa, ubriaco al volante di una minicar, ha ucciso Barbara Stepien Fiacchini, 50 anni, e la figlia Letizia di 10 anni a Montione, alle porte di Arezzo.

La moglie di A. D. ha scritto al giudice dicendosi indisponibile ad accogliere il marito in casa e ha denunciato precedenti maltrattamenti. Nel corso dell’interrogatorio di garanzia sarebbero emersi anche altri elementi che hanno convinto il gip a prendere la sua decisione. La donna, una badante che da tempo vive e lavora regolarmente in Italia, nella dichiarazione inviata al giudice, sottolinea che il marito l’avrebbe minacciata, maltrattata e offesa più volte e di temere anche per l’incolumità della figlia a causa del carattere violento dell’uomo contro il quale ha appena aperto una causa di divorzio in Romania.

L’uomo viene descritto come «dedito alla gozzoviglia» e «a maltrattare la moglie». In sostanza, secondo il Gip, l’incidente che ha causato la morte di Barbara Fiacchini e della piccola Letizia sarebbe conseguenza anche di un «costume di vita dell’indagato che non è facilmente sradicabile caratterizzato dalla totale assenza del senso del collettivo».

Il comune di Arezzo ha intanto categoricamente smentito che l’uomo sia stato sostenuto economicamente dai servizi sociali comunali annunciando anche la partecipazione economica ai funerali per dare una mano a Luca Fiacchini, padre di Letizia e marito di Barbara.

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