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Da Sinistra Il Sengalese Fermato Per Omicidio E La Vittima Ashley Olsen 278faaea

Firenze, caso Ashley Olsen. I capelli, il cellulare, le telecamere: tutte le incongruenze dell’omicidio

Da sinistra, il sengalese fermato per omicidio e la vittima Ashley Olsen
Da sinistra, il sengalese fermato per omicidio e la vittima Ashley Olsen

FIRENZE – A quasi un mese da quando, lo scorso 9 gennaio, è stata ritrovata uccisa nel suo appartamento in Santo Spirito, continuano le indagini della polizia e della procura di Firenze sull’omicidio di Ashley Olsen, l’americana di 35 anni che viveva in via Santa Monaca.

IL COLPEVOLE – Per il delitto è finito in carcere il pr senegalese Cheik Tidiane Diaw, 27 anni. Gli inquirenti non dubitano che sia il responsabile, ma hanno diverse perplessità sulla sua ricostruzione e cercano di stabilire cosa sia avvenuto esattamente quella notte.

I FATTI – Diaw è stato fermato il 14 gennaio, sulla base di una serie di prove: dai filmati delle telecamere di sicurezza della zona alle testimonianze, al test del Dna su alcune tracce trovate nell’abitazione. L’uomo ha ammesso di aver trascorso la serata con Ashley e ha detto di averla spinta a terra dopo una lite: la donna avrebbe sbattuto la testa ma – ha detto Diaw – quando è uscito di casa era ancora viva. Una ricostruzione che gli inquirenti ritengono lacunosa e vera solo in parte.

LE INCONGRUENZE – Dai primi risultati dell’autopsia è emerso che la morte è stata causata da traumi alla testa e da strangolamento. In attesa dell’esito degli accertamenti tuttora in corso, i difensori di Diaw, gli avvocati Federico Bagattini e Antonio Voce, rilevano alcuni aspetti che, al momento, possono apparire come incongruenze. Ad esempio: sotto le unghie di Ashley sono stati trovati dei lunghi capelli chiari (saranno le analisi scientifiche a stabilire se appartengano o no all’americana); sarebbe scomparso uno dei suoi cellulari, e non lo ha preso Diaw; e poi, le telecamere hanno ripreso Diaw mentre andava verso l’abitazione ma non all’uscita e questo non fa escludere che un’altra persona possa essere passata da lì senza essere ripresa.

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