Unioni civili: primo voto favorevole ma scoppia la bagarre Pd – cattodem
ROMA – Le unioni civili hanno superato a maggioranza schiacciante il primo scoglio in Aula, quello della richiesta del non passaggio all’esame del testo, ma non per questo il loro cammino sarà agevole. Palazzo Madama ha respinto la detta richiesta, a voto palese, con il ‘no’ di 195 senatori, e forte di un asse inedito formato da Pd, M5S, Sel e Ala. Numeri che, tuttavia, non inducono i dem di Matteo Renzi ad accelerare sull’approvazione della legge (si tornerà a votare martedì prossimo) anche perché nel partito si produce un nuovo, acceso scontro tra l’ala laica e i Cattodem, con la libertà di coscienza come novello pomo della discordia.
Il dibattito sulle unioni civili al senato si è quindi bloccato. E’ scoppiata la bagarre dentro il gruppo Dem dove i cattolici sono andati all’attacco del capogruppo Zanda che vuole lasciare libertà di coscienza solo su tre emendamenti sulle adozioni. I Cattodem vorrebbero invece una libertà di coscienza più ampia.
È sempre la stepchild adoption il tema caldo osteggiato da tutte le opposizioni, tranne i 5 Stelle, compresi i senatori si Ncd-Usc. Ma Renzi e il Pd prendono atto che nell’ opinione pubblica c è una diffusa contrarietà alle adozioni per le coppie omosessuali. Allora si rinvia, si prende tempo, si cerca un intesa per inserire tutte le distinzioni possibili tra matrimonio e unioni gay. Rinviata la votazione dell’emendamento Pd firmato dal senatore Marcucci, il cosiddetto canguro che eliminerebbe la maggior parte degli emendamenti delle opposizioni.
La battaglia è rimandata a martedì.