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E’ morto Umberto Eco: se ne va l’autore de “Il nome della Rosa”

Umberto Eco

MILANO – Lo scrittore e filosofo italiano Umberto Eco, autore di best-seller come “Il nome della Rosa”, è morto questa notte nella sua abitazione. Lo ha annunciato la famiglia. Aveva 84 anni.Eco era malato di cancro. Piemontese di Alessandria, nato il 5 gennaio 1932, lascia la moglie Renate Ramge Eco, insegnante d’arte tedesca, e due figli. Autore di celebri libri, tra cui ‘Il nome della Rosa’ e ‘Il pendolo di Foucault’, solo per citare alcuni dei suoi maggiori successi letterari. Scrittore, filosofo, esperto di comunicazione e media, tra le sue ultime opere letterarie ‘Numero zero’, pubblicato lo scorso anno. Nella sua lunga carriera, Eco e’ stato autore di numerosi saggi di semiotica, filosofia del linguaggio, testi di linguistica e filosofia e fine cultore del Medioevo.

Nel 1961 inizio’ anche la sua carriera universitaria che lo porto’ a tenere corsi, in qualita’ di professore incaricato, in diverse universita’ italiane: Torino, Milano, Firenze, infine, Bologna dove ha ottenuto la cattedra di Semiotica nel 1975, diventando professore ordinario. All’universita’ di Bologna e’ stato direttore dell’Istituto di All’universita’ di Bologna e’ stato direttore dell’Istituto di Comunicazione e spettacolo del Dams, poi ha dato inizio al Corso di Laurea inScienze della comunicazione. Infine e’ divenuto Presidente della Scuola Superiore di Scienze Umanistiche che coordina l’attivita’ dei dottorati bolognesi del settore umanistico. Nel corso degli anni ha insegnato anche in varie universita’ straniere tra cui UC-San Diego, New York University, Columbia University, Yale, College de France, Ecole Normale Superieure. Nell’ottobre 2007 si era ritirato dall’insegnamento per limiti di eta’. In tutta la sua lunga carriera Eco ha ricevuto 40 lauree honoris causa da universita’ europee e americane.

Tutti i maggiori quotidiani del mondo riportano la notizia con vari commenti. Le Monde dedica tra l’altro una lunga cronaca al “successo inatteso de ‘Il nome della Rosa’, raccontando la genesi del capolavoro dell’intellettuale italiano e l’accoglienza trionfale che fu riservata al complesso romanzo sul Medioevo. Il Guardian ricorda un passaggio di un’intervista concessa proprio al quotidiano britannico: “Non so cosa si attenda il lettore”, osservava Eco. “Penso che Barbara Cartland (la popolare scrittrice britannica di romanzi rosa; ndr) sappia cosa si attendono i lettori. Penso che un autore dovrebbe scrivere quel che i lettori non si aspettano. Il problema non e’ chiedere di cosa hanno bisogno, ma cambiarli… Produrre il tipo di lettore che desideri per ciascuna storia”. Grande risalto sulla stampa spagnola, molto legata all’intellettuale che -come scrive El Mundo- “critico’ la manipolazione e la corruzione”. El Pais lo definisce “l’umanista totale, la cui opera ha “esercitato un’enorme influenza dalla curiosità critica”. In Germania, Die Welt coglie l’occasione del decesso per raccontare la sua ultima fatica letteraria, ‘Anno Zero’, come un ‘corso base’ sulla teoria del complotto e la manipolazione delle notizie. Per T-Online quel “cantastorie talentuoso” è stato “un eccezionale esempio di intellettuale europeo”. Prima pagina anche sul New York Times, che ricorda l’intellettuale appassionato di semiotica, capace di “interpretare la culture attraverso i segni e i simboli, parole, icone religiose, striscioni, abiti, spartiti musicali, persino cartoni animati”. Il quotidiano newyorkese ricorda anche le critiche di Salman Rushdie a ‘Il pendolo di Foucault’ “privo di senso dell’umorismo, di carattere”; e narra anche come reagi’ lo scrittore italiano: comparso al fianco di Rushdie in un convegno letterario a New York, nel 2008, scelse di leggere ironicamente proprio un passo de ‘Il pendolo di Foucault’.

“Umberto Eco io l’ho amato per il suo ‘Come si fa una tesi di laurea’ e, ovviamente, per ‘Il nome della
rosa’. E’ stato un grande professore, capace di insegnare il desiderio dello studio e il rispetto per la cultura. E’ stato anche un intellettuale impegnato, soprattutto contro la volgarità della politica”. Lo scrive in un post sul suo profilo Facebook il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi.

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