Migranti: allarme in Italia per il blocco dell’Austria e dei paesi dell’Est
ROMA – Forte preoccupazione in Italia per il ripristino di controlli alla frontiera del Brennero annunciato dall’Austria, che potrebbero partire da aprile. Il premier Matteo Renzi ha definito la scelta di Vienna “assolutamente sbagliata nella sostanza e anche nel valore simbolico”. Per il ministro dell’Interno, Angelino Alfano, è “un’illusione chiudere le frontiere con i muri. Se un pezzo d’Europa crede che i migranti possano essere assorbiti da Italia e Grecia si sbaglia,
il sistema collasserà”.
VIMINALE – Intanto, al Viminale, lo stesso Alfano, insieme al capo della Polizia, Alessandro Pansa, ha incontrato i tre presidenti dell’Euregio, Ugo Rossi per il Trentino, Arno Kompatscher per l’Alto Adige e Gunther Platter per il Tirolo. “Per il Governo – ha assicurato il ministro – il Brennero è una questione prioritaria”.
“Spero – ha spiegato Renzi – non si arrivi alla chiusura e che si superi il meccanismo del tetto che va contro i principi
dell’accoglienza, anche perché parliamo di richiedenti asilo”. L’Austria, infatti, ha stabilito di accettare 80 richieste di asilo al giorno.
TRENTINO ALTO ADIGE – I primi a preoccuparsi per le possibili conseguenze di una stretta alle frontiere sono gli amministratori di Trentino e Alto Adige che hanno chiesto e ottenuto un incontro con Alfano, al quale hanno avanzato cinque proposte: gestione del flusso dei migranti, distribuzione tra regioni, riparto nazionale, utilizzo delle caserme,
coinvolgimento delle forze di polizia. “Su tutti i punti – ha fatto sapere Kompatscher – il Governo ha assicurato il proprio sostegno”. Tra le richieste anche la creazione di hotspot nelle zone di ingresso dei migranti sul territorio nazionale.
RISCHIO – Il rischio – valutato con crescente attenzione a Roma – è che le chiusure delle frontiere dei Paesi dell’Est e del Centro Europa possano determinare un cambio della rotta dei migranti in fuga dalla Siria: il flusso potrebbe spostarsi più a Sud e, dall’Albania, dirigersi verso l’Italia via mare, come accadeva negli anni ’90.
FRONTEX – Di questa possibilità ha parlato oggi Fabrice Leggeri, direttore di Frontex. “Dobbiamo – ha spiegato – essere flessibili, per reagire velocemente, nel caso si verificassero dei cambiamenti nelle rotte migratorie. Nel 2015 si è verificato un incremento nel flusso dalla rotta del Mediterraneo Centrale a quella orientale. La Grecia ha visto salire di diciotto volte il numero degli arrivi lo scorso anno. Ho già discusso con le autorità italiane, all’interno dell’operazione Triton 2016: siamo pronti a impiegare più assetti navali nel Mare Adriatico, se sarà necessario, questa è un’opzione che possiamo rendere operativa. Ma per il momento non c’è la necessità”.
NAZIONALITÀ – Se si guarda alla nazionalità dei migranti e alla situazione geopolitica in Siria e nel Medio Oriente, ha aggiunto, “la rotta attraverso la Turchia resta ancora la più conveniente per loro. E’ quella più breve. Ma dobbiamo essere pronti a reagire, qualora si verificassero dei cambiamenti”.