Unioni civili, il Senato vota la fiducia: 173 sì, 71 no. Decisivi i voti dei verdiniani, M5S esce dall’aula
ROMA – L’Aula del Senato ha approvato giovedì 25 febbraio la fiducia posta dal governo Renzi sul maxi emendamento interamente sostitutivo del testo del ddl sulle unioni civili. Con 173 sì, 71 voti contrari e nessun astenuto (245 i senatori presenti e 244 i votanti). Il Movimento 5 Stelle è uscito dall’Aula prima del voto. Il maxi-emendamento è frutto dell’intesa raggiunta all’interno della maggioranza: dal testo spariscono la stepchild adoption e l’obbligo di fedeltà. Un applauso dai banchi del Pd ha segnato l’annuncio dell’ok alla fiducia a Palazzo Madama.
FORZA ITALIA – Paolo Romani, presidente del gruppo Forza Italia al Senato ha dichiarato: «I numeri dimostrano che il gruppo Ala è stato decisivo nel voto di fiducia al governo Renzi sulle unioni civili: è la certificazione che la maggioranza è cambiata. I voti dei verdiniani, infatti, sostituiscono le defezioni di Ncd e Pd su una legge sui diritti civili mai discussa né in commissione né in Aula. Questa trasformazione non può passare sotto silenzio, ci aspettiamo quindi che il Presidente del Consiglio, Renzi, ne tragga le dovute conseguenze e salga al Quirinale per formalizzare con il Presidente della Repubblica, Mattarella, la nuova maggioranza governativa».
ESTREMI – La mediazione nella maggioranza sulle unioni civili non piace, per ragioni chiaramente diverse, opposte, alle organizzazioni Lgbt e quelle legate alla famiglia. E se le associazioni gay annunciano il proseguimento della lotta nelle piazze, i cattolici del Family Day si appellano al presidente della Repubblica Sergio Mattarella, perché si faccia garante della democrazia, e mandano un messaggio al premier Matteo Renzi: «Si accorgerà di noi al referendum di ottobre», quello sulle riforme costituzionali, dice il portavoce Massimo Gandolfini.
Adesso la palla passa nel campo della Camera, chiamata, a sua volta, ad esaminare il provvedimento.