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Banche e Mutui, Renzi e il Pd fanno parziale retromarcia: casa pignorata con 18 rate non pagate (non più 7). Ma il provvedimento resta

Renzi alla direzione Pd
Renzi alla direzione Pd

Dopo le polemiche e le proteste dei partiti di opposizione e dei consumatori, che hanno investito pesantemente lo stesso premier Matteo Renzi e la Ministra Maria Elena Boschi, accusati di tutelare gli interessi delle banche, la maggioranza, Pd in testa, ha fatto precipitosamente marcia indietro, predisponendo alcune modifiche che sono state inserite nel parere della commissione Finanze della Camera e che, spiega il capogruppo del Pd, Ettore Rosato, sarebbero già state approvate se i Cinque Stelle non avessero impedito alla Commissione di riunirsi.

CLAUSOLA – In particolare le modifiche prevedono l’inserimento di una clausola di inadempimento facoltativa e una procedura per l’acquisizione della casa da parte della banca solo dopo 18 rate di morosità. «Sono condizioni che riceveranno parere favorevole del governo – spiega Rosato – perché con il governo abbiamo condiviso questo testo. Questa è la proposta del relatore che il governo recepisce. Espressione condivisa anche con i senatori».

RATE – Salirà dunque da sette a 18 il numero delle rate pagate in ritardo perché si possa dare il via alla procedura di vendita della casa del debitore inadempiente senza percorrere la strada accidentata delle aste giudiziarie. Inoltre se il ricavato della vendita non risultasse sufficiente a compensare il credito della banca il debitore non dovrà pagare più nulla. Il decreto prevede che si possa ricorrere alla procedura di esproprio accelerato solo se banca e cliente lo hanno stabilito nel contratto.

Come sempre accade Renzi, quando teme che i provvedimenti governativi o del Partito possano provocare calo del consenso elettorale, ordina ai suoi una precipitosa ritirata. Così è accaduto anche questa volta.

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