Monte dei Paschi di Siena: morte di David Rossi, 600 in corteo per chiedere giustizia
SIENA – Manifestazione, a Siena, per chiedere giustizia in nome di David Rossi, responsabile dell’area comunicazione di Banca Monte dei Paschi, morto tre anni fa, il 6 marzo 2013. Era considerato una delle persone più vicine all’ex presidente Giuseppe Mussari. Morì mentre Siena era scossa dalle indagini sulla gestione della banca. Il corpo venne trovato sotto la finestra del suo ufficio, trovata spalancata, poco prima delle 21. Suicidio fu la prima ipotesi anche se nei giorni successivi il fascicolo aperto dalla procura di Siena cambiò e gli inquirenti indagarono sull’ipotesi di istigazione al suicidio.
Dopo 3 anni i familiari e gli amici continuano a chiedere giustizia come hanno fatto con una manifestazione pubblica. Le indagini, coordinate dai pm Nicola Marini e Aldo Natalini,
si chiusero pochi mesi dopo con la richiesta di archiviazione avanzata dagli stessi magistrati ed accolta dal gip nonostante la famiglia, in particolare la vedova Antonella Tognazzi che
pure riconobbe la scrittura di Rossi nei biglietti abbozzati e poi accartocciati, indirizzati a lei e trovati nell’ufficio, non abbia mai creduto al suicidio del marito.
Una vicenda dai contorni complessi. Alla stessa Tognazzi, in concorso con Davide Vecchi, giornalista de il Fatto, venne contestato dai pm di aver divulgato il contenuto delle mail indirizzate da Rossi all’ad di Mps, Fabrizio Viola, il giorno prima del suicidio, quelle mail
in cui lui chiedeva aiuto, annunciando il tragico gesto. Nel novembre scorso il procuratore Salvatore Vitello, dopo le nuove perizie presentate dal legale della vedova, l’avvocato
Luca Goracci, ha deciso di riaprire il fascicolo affidandolo al sostituto Andrea Boni. «Dalle perizie, grafologica, medico legale e dinamico fisica sulla caduta, emerge che Rossi sarebbe stato prima colpito alla testa e poi buttato dalla finestra almeno da due persone», sostiene tra l’altro Goracci.
Il 19 febbraio 2013 Rossi venne perquisito, a casa e in ufficio, insieme a Mussari e all’ex dg Antonio Vigni. Un fatto che, aveva confessato agli amici, lo colpì molto (era convinto
che presto i magistrati lo avrebbero sentito), anche se non era indagato. Così come lo aveva colpito l’inchiesta su Mps. La vicinanza con Mussari era nata nel 2001, quando l’avvocato
era arrivato alla presidenza della Fondazione. Rossi diventò il responsabile della comunicazione dell’Ente e nel 2006 lo seguì a Rocca Salimbeni, quando Mussari assunse la presidenza della
banca. Sono stati anni che hanno fatto conoscere Rossi in città e fuori e in tanti, circa 600 persone, .