San Gimignano: Robert Capa, una vita per la verità. E’ uno dei padri del fotogiornalismo
SAN GIMIGNANO – Fondatore dell’agenzia Magnum, Robert Capa (Budapest, 1913 – Thái Binh, Vietnam, 1954), considerato uno dei padri del fotogiornalismo mondiale, a lui è dedicata la mostra «Robert Capa in Italia.1943 – 1944» fino al 10 luglio 2016 presso la Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di San Gimignano. Sono esposte una selezione di 78 immagini in bianco e nero che documentano l’avanzata degli alleati americani durante la seconda guerra mondiale in Italia. L’evento espositivo, a cura di Beatrix Lengyel, è realizzato dal Comune di San Gimignano, il Museo Nazionale Ungherese di Budapest, la Fratelli Alinari, Fondazione per la Storia della Fotografia in collaborazione con Opera-Gruppo Civita. Le foto esposte raccontano lo sbarco degli Alleati in Italia.
SAN GIMIGNANO – La selezione delle fotografie proviene dalla serie Robert Capa Mater Collection III conservata a Budapest e acquisita dal Museo Nazionale Ungherese tra la fine del 2008 e l’inizio del 2009. Una serie composta da 937 fotografie scattate da Capa in 23 paesi di 4 continenti. Si tratta di una delle tre Master Selection realizzate da Cornell, fratello di Robert Capa, all’inizio degli anni Novanta e oggi conservate a New York, Tokyo e Budapest. Le serie, identiche tra loro e denominate Master Selection I, II e III, provengono dalla collezione dell’International Center of Photography di New York, dove è conservata l’eredità di Capa.
Ma chi era Robert Capa? Il suo vero nome era Endre Friedman, un nome che cambiò ufficialmente dal 1936 utilizzando quello di Robert Capa per il quale è universalmente riconosciuto. È nel 1931, a Berlino, che Robert Capa inizia la sua attività di fotoreporter. Diventa famoso di lì a pochi anni per le sue fotografie scattate durante la guerra civile spagnola tra il 1936 il 1939, e sono anche gli anni della sua collaborazione professionale e personale con la fotografa Gerda Taro che muore prematuramente in quegli anni.
Arriva in Italia come corrispondente di guerra e inizia a ritrarre la vita dei soldati e dei civili, dallo sbarco in Sicilia fino ad Anzio: un viaggio fotografico, con scatti che vanno dal luglio 1943 al febbraio 1944. Sono foto che raccontano la guerra e i sentimenti, immagini come piccole storie per i lettori di «Life» o «Illustrated», le riviste americane che le pubblicheranno più volte durante il periodo del conflitto. «Se le tue fotografie non sono all’altezza, non eri abbastanza vicino», queste le parole di Robert Capa che esprimono il suo modo di fare fotogiornalismo in un tempo in cui esse rappresentavano l’unico modo per documentare i fatti.
In oltre vent’anni d’attività, Robert Capa è riuscito a seguire i cinque maggiori conflitti mondiali, dalla guerra civile spagnola alla guerra sino-giapponese, la seconda guerra mondiale, la guerra arabo-israeliana del 1948 e la prima guerra d’Indocina nel corso della quale, lui stesso, perse la vita nell’esplosione di una mina. Ciò che ogni volta stupisce delle foto di Capa è la capacità di condensare in un’immagine una storia. Il suo è un linguaggio semplice, una sorta di lingua universale fatta di sentimenti ed emozioni, una cronaca dei fatti.