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Campobasso: fermato imam somalo. L’accusa: incitava i seguaci a farsi esplodere alla stazione di Roma

Termina oggi la festività islamica del Ramadan, fedeli in preghiera alla Moschea di Roma

CAMPOBASSO – Un giovane imam somalo è stato fermato su ordine della locale procura: secondo l’accusa, inneggiava all’Isis, ad Al Qaeda e ad Al Shabab, invitando gli altri ospiti del Centro di accoglienza ad azioni violente da realizzare nell’ambito della Jihad. Un’azione intensa e veemente di proselitismo, così l’ha definita il Procuratore capo di Campobasso, Armando D’Alterio, contro l’occidente.

Tanto che alcuni si sono allontanati dalla preghiera allarmati dal suo comportamento. Poco più di due mesi di indagini serrate, supportate anche da intercettazioni ambientali, hanno consentito agli agenti della Digos di Campobasso di capire la reale portata di quelle parole e delle sue intenzioni. Il giovane Imam fermato oggi in Molise, esaltava anche gli attentati terroristici di Parigi e il martirio, invitando gli altri ospiti del centro di accoglienza ad unirsi alla Jihad e a seguirlo prima a Roma e poi in Siria. Nella sua stanza gli agenti hanno registrato con una telecamera nascosta l’uomo mentre visionava diversi video nei quali erano presentate immagini di attentati, sequestrando anche materiale ritenuto utile alle indagini.

«In questo mese si organizza il mercato della Jihad, ed il Profeta in questo mese prepara i soldati contro gli idolatri e combatte contro i nemici di Dio. Approfittate quindi di questo mese, correte per essere i primi. Dio ha ordinato di uccidere i suoi nemici e fate la Jihad in suo nome, predicate la religione e la Sharia e castigate il peccatore». Così avrebbe predicato l’imam rivolgendosi agli ospiti del Centro di accoglienza di Campomarino. Assunto il ruolo di guida spirituale, al termine dei riti, avrebbe effettuato anche una preghiera in favore dello Stato islamico e per i combattenti che si immolano per la causa. E invitava i fedeli a seguirlo in azioni contro la Capitale: «Cominciamo dalla stessa Italia, andiamo a Roma e cominciamo dalla stazione. La guerra continua. Charlie Ebdo era solo il precedente di quello che sta succedendo adesso. C’è una strada più semplice, quella di attrezzarsi e farsi saltare in aria».

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