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Turisti aumentati del 50%, concentrati fra Toscana, Veneto, Lombardia e Lazio. Ma spendono sempre meno

Uffizi pieni di turisti
La Galleria degli Uffizi straripante di turisti

FIRENZE – Turismo in costante crescita, code chilometriche fuori dei principali musei, strade del centro storico intasate di comitive. Dal 2001 il flusso di turisti è aumentato del 50%, specialmente in Toscana, Veneto (naturalmente con alta concentrazione su Venezia), Lazio, Lombardia. Ma spendono meno, molto meno: nel 2001 la spesa pro capite era di 1.035 euro, nel 2015 è scesa a 670. Poco più della metà. E’ quanto si legge nell’analisi «Il turismo nello scenario internazionale», realizzata da Confturismo in collaborazione con Ciset, presentata oggi a Cernobbio.

Di questo problema è consapevole il ministro dei Beni culturali, Dario Franceschini, che ha parlato del rifinanziamento del tax credit per digitalizzare (ovvero far andare su internet) e per riqualificare le strutture ricettive. Franceschini è però ben conscio anche di un altro problema evidenziato dallo studio: il 60% degli stranieri che arrivano in Italia si concentrano in quattro regioni: Veneto (con il 20,5%), Lombardia, Lazio e Toscana. Al Sud c’è solo il 12% degli arrivi stranieri, che in linea di massima preferiscono le isole. Dunque non si tratta solo e tanto di una questione di infrastrutture, ma anche di servizi. Franceschini è convinto che si debba puntare a un turismo diffuso in tutto il Paese, perché i centri storici di Venezia, Firenze, Roma sono già sovraffollati. E nei prossimi anni i turisti in Italia aumenteranno. Le stime parlano di una crescita del 3,3% quest’anno, il prossimo del 3,6 e nel 2018 del 3,9; quindi bisognerebbe essere preparati a cogliere l’occasione. Secondo il ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni, bisogna soprattutto (e non solo nel turismo) puntare alla Cina. «È vero che il 70% dei turisti sono europei (erano il 74% nel 2001) e nella classifica degli stranieri che vengono in Italia il primo posto resta ai tedeschi, seguiti da americani e francesi, ma i cinesi sono saliti dal decimo al quinto posto e i russi dal decimo all’ottavo. Segno che anche il turismo si sta globalizzando», dice.

La prospettiva è che in Italia arrivino sempre più visitatori, dato che, come ha ricordato Franceschini, in tutti i Paesi è al primo posto come meta desiderata. Il problema però è convincerli a fermarsi. «Servono interventi e politiche che accrescano la competitività delle imprese di questo comparto e diano centralità, anche a livello europeo, a un settore che rappresenta una potentissima leva non solo di sviluppo e crescita, ma anche di coesione territoriale. E la parola d’ordine è: promozione, promozione, promozione», per far scoprire tutto il Paese dando un’offerta diversificata che, oltre alle città d’arte, offra mare, montagne, percorsi enogastronomici e ancora altro». Non sarà facile.

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