Tasse: smentito ancora Renzi. Quelle locali aumentate del 6,2% in un anno. Grosseto al nono posto
ROMA – Un’altra indagine sconfessa le allegre dichiarazioni di Renzi – Pinocchio: «le tasse in Italia sono calate». Questa volta l’Ufficio studi della Uil ha verificato che, ad esempio, le tasse locali sono mediamente aumentate di 308 euro tra il 2013 e il 2015 per una famiglia tipo che lo scorso anno ha pagato 1.969 euro per questi tributi. Il riferimento è ad un nucleo con un solo reddito da 24 mila euro, una casa di 80 metri quadrati e una piccola seconda casa ereditata (o un magazzino).
IMU – TASI – In particolare, per l’Imu/Tasi per immobili diversi dalla prima casa, l’esborso medio è stato di 937 euro (+72 euro in 2 anni), con punte di 1.386 euro a Roma, 1.220 a Milano e 1.154 a Bologna. Per la Tasi sulla prima casa l’esborso medio è stato di 191 euro medi pro capite.
UIL – L’analisi della Uil passa a setaccio le tasse locali tra il 2013 e il 2015 (Governo Letta e Governo Renzi) e ha stimato sia il gettito totale in valori assoluto, sia quello per nucleo familiare. «Nello specifico – spiega il segretario confederale Uil, Guglielmo Loy – per l’Imu/Tasi per gli immobili diversi dalla prima casa, nel 2015, il gettito è stato di 19,8 miliardi di euro; per la Tasi sulla prima casa il gettito è stato di 3,7 miliardi di euro; per le Addizionali Regionali Irpef di 12,8 miliardi di euro; per l’Irpef Comunale sono stati incassati 4,5 miliardi di euro; per la Tassa Rifiuti 8,2 miliardi di euro».
IRPEF – Il gettito per l’Imu-Tasi sugli immobili diversi dalla prima casa è aumentato dell’8,4% rispetto al 2013 (1,5 miliardi di euro); quello per l’Irpef Regionale dell’11,8% (1,4 miliardi di euro); l’Irpef Comunale dell’11,7% (469 milioni di euro); la Tari del 7,3% (556 milioni di euro). Discorso a parte è quello della Tasi sulla prima casa: nel 2013 si pagò la mini Imu (il 40% della differenza dell’aumento dell’aliquota deliberata su l’aliquota base) e il gettito fu di 625 milioni di euro.
L’aumento tra il 2014 e il 2015 è stato del 6,2% (220 milioni di euro in più).
FAMIGLIA – Guardando alla famiglia invece si scopre che nell’ultimo anno la famiglia campione ha pagato 1.969 euro di tasse locali, con un aumento di 308 euro tra il 2013 e il 2015 e di 83 euro tra il 2014 e il 2015. Oltre all’Imu Tasi (937 euro, +72 euro in 2 anni) ci sono stati i versamenti delle addizionali regionali Irpef (nel 2015 è stato di 389 euro medi pro capite, +27 euro in 2 anni), quelle comunali Irpef (156 euro pro capite, +28 euro in 2 anni) e la tariffa dei rifiuti. Quest’ultima ha avuto un costo medio nel 2015 di 296 euro pro capite (+23 euro in 2 anni), con punte di 462 euro a Salerno, 454 euro a Benevento, 450 euro a Cagliari e Grosseto.
CITTÀ – Il dato relativo alle singole città, continua Loy, vede in testa Roma dove tra Imu, Tasi, Irpef regionale e comunale e Tari, l’esborso medio nel 2015 è stato di 2.726 euro pro capite; a Napoli di 2.576 euro; a Torino di 2.458 euro; a Milano di 2.422 euro; a Benevento di 2.307 euro; a Bologna di 2.279 euro; a Genova di 2.209 euro; a Salerno di 2.130 euro; a Grosseto di 2.106 euro; ad Avellino di 2.077 euro
PRESSIONE FISCALE – «In definitiva – commenta Loy – se tra il 2013 e il 2015 a livello nazionale per 10 milioni di contribuenti la pressione fiscale è diminuita grazie agli 80 euro, la stessa cosa non si può dire degli altri 30 milioni di contribuenti, tra cui 10 milioni di lavoratori dipendenti e 15 milioni di pensionati. Infatti, per quest’ultimi, la pressione fiscale dovuta agli aumenti del fisco locale è aumentata del 18,5% erodendo ulteriormente buste paga e cedolini di pensione». Loy riconosce che per il 2016 ci saranno alcuni benefici dovuti, soprattutto, all’eliminazione delle tasse sulla prima casa, «ma il blocco degli aumenti delle tasse regionali e locali decisi con l’ultima Legge di Stabilità non autorizza a ‘stare sereni’ perche’ dal blocco sono esclusi gli aumenti della TARI e delle tariffe locali (asili nido, mense scolastiche, rette di ricovero, ecc.) e in secondo luogo perché le Regioni, alle prese con i piani di rientro più o meno intensi, dai deficit sanitari (Sicilia,Abruzzo, Campania, Molise, Lazio, Piemonte, Puglia) potrebbero rivedere al rialzo le aliquote dell’IRPEF regionale».
La soluzione? Secondo Loy «occorre dare una scossa alla nostra economia e per centrare gli obiettivi di finanza pubblica, l’unica via è quella di ridare un po’ di fiato ai salari e alle pensioni attraverso un abbassamento delle tasse già nel 2016. Se il Governo Renzi seguisse questa strada troverà nella UIL un alleato pronto a scendere in prima linea anche nei confronti dell’Europa per reclamare più flessibilità».