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Immigrazione, integrazione e buonismo: a forza di concedere ci ritroveremo come il Belgio

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Ho voluto documentare nuovamente, con foto esplicite, dopo qualche giorno, il degrado che continua a regnare in una zona ben definita del Viale Don Minzoni, senza che nessuno possa intervenire per frenare il fenomeno. Non ci sono ordinanze comunali che tengano (quella antidegrado approvata vale solo per le zone centrali), le leggi buoniste emanate negli anni non consentono alle Forze dell’ordine d’intervenire (sarebbe inutile, non ci sono sanzioni), i cittadini sembrano rassegnati a quanto accade, senza reagire.

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Ma non è questo il punto, vorrei spostare la riflessione su un altro piano, a livello nazionale ed europeo per sottolineare come l’Unione europea, Italia compresa, stia tenendo verso certi fenomeni, molto più gravi, un atteggiamento di paura e quasi di sottomissione che a lungo andare porterà al completo declino della nostra civiltà.

CIVILTÀ RELIGIONE – Sono partito da un piccolo episodio di inciviltà e vandalismo per passare a problemi più elevati. E’ evidente che in Europa stia nascendo un conflitto di civiltà e di religione, che è indispensabile arginare. Molti (a ragion veduta) osservano che ci è stata dichiarata guerra e che a questi atti di vera e propria guerriglia urbana (gli attentati di Parigi e Bruxelles) l’Occidente dovrebbe reagire più decisamente, non con le sole armi della cultura, come sostiene il premier Renzi, e neppure scendendo in armi contro il nemico, ma attivando maggiori controlli e maggiori limitazioni nei confronti di chi ha dimostrato di mettere gravemente in pericolo la nostra incolumità, sterminando centinaia di cittadini innocenti.

EUROPA – Invece l’Europa continua a nicchiare, il recente summit dei Ministri dell’interno a Bruxelles ha prodotto soltanto …..il rinvio a giugno di qualsiasi decisione: neppure le stragi più efferate inducono i Paesi occidentali ad abbandonare l’atteggiamento remissivo verso chi ci minaccia e pretende d’imporre le sue regole anche in casa nostra.

BELGIO – Recentemente è venuta alla ribalta la situazione di alcuni quartieri di Bruxelles, Molenbeek e Schaerbeek in primis, ormai territorio franco degli immigrati islamici, che hanno coperto e difeso Salah Abdelslam, autore delle stragi di Parigi. In questi quartieri, raccontano le cronache dei giornali belgi, le Forze dell’ordine (che in realtà non hanno dato gran prova di efficienza) faticano ad entrare e lo possono fare soltanto grazie a blitz delle teste di cuoio come accaduto di recente.

FRANCIA – Ma quante Molenbeek e Schaerbeek ci sono in Europa e in Italia? Sicuramente in Francia le banlieue delle grandi città, Parigi, Lione, Marsiglia, costituiscono un problema per il Governo di François Hollande, tanto più che anche in quel Paese, come in Belgio, gli assalti sono stati condotti da cittadini francesi o belgi, immigrati di terza generazione (nel caso dei Salah assistiti e ‘impiegati’ dalle pubbliche istituzioni), che non hanno saputo o voluto integrarsi nella nostra società.

ITALIA – In Italia ancora il fenomeno non è esploso: ci sono segnali di presenze inquietanti, che finora sono state ben controllate dalle forze dell’ordine, con espulsioni mirate anche nei confronti di autoproclamatisi imam che predicavano odio in moschee non ufficiali. Se magistratura e Forze dell’ordine compiono un lavoro serio e professionale, comincia però a serpeggiare anche da noi un nefasto buonismo, un’accettazione supina delle ragioni (o meglio delle pretese)dell’altro che ci conducono a rinunciare a nostre tradizioni secolari per non turbare altre sensibilità religiose. Le pretese di rimuovere i crocifissi dalle scuole e di eliminare i presepi, subito accolte da sindaci e autorità scolastiche, ne sono un eloquente esempio. Né si può confidare troppo nell’ausilio della stessa comunità islamica che, al di fuori di ovvie condanne dell’accaduto e professioni di buona volontà, non è stata capace, in linea generale, di isolare quelli che manifestano tendenze estremiste. Solo nel caso di Campomarino, in provincia di Campobasso, un imam è stato espulso su denuncia dei suoi fedeli. Questo è un segnale incoraggiante, che però dimostra come non ci sia o non sia possibile un controllo, non esistendo una gerarchia o una vigilanza reciproca fra i vari imam insediati sul territorio.

CITTÀ – Nelle grandi città, Roma, Milano, Napoli cominciano a manifestarsi le condizioni della nascita (in un futuro più o meno prossimo) di Molenbeek nostrane. A Firenze per ora non è così, e le Autorità hanno intavolato un dialogo con l’imam Izzedin Elzir, presidente dell’Ucooi (Unione delle comunità islamiche d’Italia), che ha mostrato volontà di collaborazione. Ma temiamo che questi piccoli segni di avvicinamento non siano sufficienti a scongiurare pericoli e che sia necessario proseguire nella via dei controlli, delle limitazioni (ad esempio imponendo agli imam l’uso, nella predicazione, della nostra lingua) per evitare che in futuro anche noi ci ritroviamo a piangere decine di morti.


Paolo Padoin

Già Prefetto di FirenzeMail

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