Renzi: il G7 si sposta da Firenze a Taormina. Addio grandi… opere
Promesso solennemente a Firenze da Matteo Renzi al momento di dimettersi da sindaco (parola di boy scout?), si scopre ora che il G7 del 2017 (la data è da stabilire, ma toccherà all’Italia ospitare la riunione dei Grandi) si svolgerà in Sicilia. A Taormina. Manca l’annuncio ufficiale, ma le indiscrezioni lasciate trapelare da Palazzo Chigi (e da Palazzo Vecchio) non lasciano dubbi. Rammarico? Per l’evento in sé direi proprio di no. In mezzo secolo di professione ho imparato che certi appuntamenti blindano una città, la rendono inavvicinabile e praticamente irrespirabile prima, dopo e durante. Firenze ha ospitato tanti vertici con i Capi di Stato. Personalmente mi pare di averne raccontati almeno una trentina su «La Nazione», fra veramente importanti – con decisioni da prendere – e semplici visite di rappresentanza mascherate da summit internazionali.
Semmai, c’è da dolersi del dirottamento dei Grandi in Sicilia per un altro motivo: l’accelerazione che il G7 avrebbe naturalmente dato alle opere pubbliche impantanate dalla burocrazia e dalla mancanza di soldi. Aeroporto di Firenze, Fortezza a Basso, tunnel per l’alta velocità, terze corsie per l’alta velocità sono quelle che cito a braccio, che ricordo meglio. Non a caso si è parlato di un incontro segreto in Palazzo Vecchio, il 5 marzo, fra Matteo Renzi e il sindaco, Dario Nardella, per vedere a che punto erano queste opere. Renzi si dev’essere reso conto che sarebbe stato impossibile riuscire a chiudere i cantieri, con i lavori fatti, prima dell’arrivo della signora Merkel, di Hollande, del presidente degli Stati Uniti e degli altri leader. L’idea di Taormina – complimenti, la vista sul mare è magnifica e alcuni alberghi sono di ottimo livello – l’avrebbe maturata durante la recentissima visita a Lampedusa. L’ideona? Portare i grandi del mondo dov’è più forte l’emergenza migranti. Anche se per motivi logistici non è possibile tenere il summit a Lampedusa: troppo corta la pista dell’aeroporto per gli aerei dei capi di stato, a cominciare dall’Air Force One dell’inquilino della Casa Bianca. Taormina va bene, vicinissima com’è all’aeroporto di Catania. E anche la sicurezza, secondo i consiglieri di Palazzo Chigi, sarebbe garantita meglio.
E allora? I fiorentini non sentiranno la mancanza della signora Merkel e degli altri. E forse vivranno meglio, con la città non blindata e non sottoposta all’assedio e alle contestazioni dei no global e di tutti coloro che sarebbero pronti a manifestare. Il G7 (erano 8, ma ora manca Putin…) lascia sempre lunghi strascichi. Proprio oggi, martedì 29 marzo, a Firenze è stato sorpreso un uomo a vergare con il pennarello una scritta sulla Loggia del Porcellino inneggiante a Carlo Giuliani, perito durante gli scontri del G8 di Genova del 2001. I Grandi fanno notizia ma suscitano rivendicazioni e proteste. Soprattutto in Europa, per le scelte spesso irritanti dell’UE. Però, ripeto, la bella riunione, se non altro, avrebbe accelerato i lavori, ossia quelle le opere che avanzano lentamente e chissà quando saranno finite. Un consiglio a Matteo Renzi? Per coerenza, dovrebbe accelerarle lo stesso quelle opere. E magari ricordarsi che quest’anno, il 4 novembre, cade il cinquantesimo anniversario dell’alluvione del 1966. E l’Arno è sempre lì, pericoloso e minaccioso più di allora. Il premier non può far cambiar verso al fiume. Ma dare una spinta ai progetti bloccati (o appena avviati…), questo sì, lo potrebbe fare. A meno che, insieme al G7, non debba dirottare in Sicilia anche i pochi fondi che Bruxelles gli lascerà spendere.